E il centro giovanile “rinasce” all’ombra di Santa Giustina
Dalle macerie dello storico Tre Pini «rinasce» il centro giovanile dell’Antonianum.
Prima il luogo-simbolo dei Gesuiti ha dovuto far spazio alle gru del cantiere dell’Orto Botanico, in forza della «gestione filosofica» del Bo. Poi si sono inseriti il piano Crotti sull’altro lato di Prato della Valle e l’operazione immobiliare di est Capital Sgr nell’ex collegio di via Briosco. E finalmente il 7 febbraio scorso la giunta Zanonato-4 ha «licenziato» il «piano di recupero» urbanistico che insiste nei 17.518 metri cubi in una «zona di degrado». E’ il ritorno del centro giovanile dei Gesuiti al Tre Pini, giusto all’ombra della basilica di Santa Giustina.
Per il momento, c’è il progetto dell’architetto Filippo Pecchini per conto della Provincia veneta della Compagnia di Gesù, che è stato adottato dall’Amministrazione di palazzo Moroni. Tuttavia, è un segnale eloquente per Padova. Cancellato il «mitico» complesso (che ha fatto la storia cittadina, non solo dello sport vincente) l’Antonianum comunque non muore.
Anzi. Ecco il disegno della rinascita: due edifici più il parcheggio, lì dove i tuttineri del rugby iniziarono a collezionare scudetti.
«La giunta ha provveduto a dare il via al percorso condiviso con la Sovrintendenza. Comporta la realizzazione di due corpi, di cui uno “parallelo” a via Cavazzana all’interno di un percorso che da Prato della Valle approda fino al nuovo Orto» spiega il vice sindaco Ivo Rossi.
In sostanza, i Gesuiti ricostruiscono sulle ceneri del campo sportivo la loro vocazione padovana. Il Centro giovanile, le aule didattiche, gli uffici del Duemila. Un edificio alto 7,2 metri; l’altro che arriva fino a 9,50. Un parcheggio di 980 metri quadri. Tutto nel rispetto della variante urbanistica al Prg datata 2008.
Rossi, da assessore all’urbanistica, sintetizza il quadro dell’operazione: «La cubatura del piano di recupero è composta da 10.002 metri cubi esistenti più 7.516 nuovi. Alla delibera che abbiamo approvato in giunta sono allegate le relazioni tecniche, compreso lo studio idraulico visto che l’area è a contatto con il canale Alicorno. La Compagnia di Gesù diventa formalmente la ditta privata che procede al piano adottato dal Comune».
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