È morto Riccardo Galuppo, il pittore padovano senza braccia

PADOVA. Il mondo culturale padovano piange la morte di Riccardo Galuppo, avvenuta ieri. Un artista distintosi per la lunga e intensa attività artistica, al quale l'amministrazione comunale e l’assessorato alla Cultura ha reso un doveroso omaggio con la mostra antologica tenutasi l'anno scorso nella Galleria Cavour. «Una vita per la pittura», il significativo titolo dell'esposizione di questo maestro, pittore e grafico, autodidatta, nato a Padova nel 1932 e dall'attività artistica inesauribile a partire dall'esordio avvenuto nel 1951. Non vi è, forse, argomento che non sia rientrato prima o poi negli interessi artistici di Galuppo e una carrellata sulla sua attività, grafica e coloristica, porta ad enumerare le diverse opere in misura di migliaia e migliaia, realizzate nell’arco di mezzo secolo.
Galuppo ha saputo celebrare la campagna, con le abitazioni, le umili cose di famiglia, gli animali, le piante, così come ha magistralmente rappresentato nature morte, maschere ed innumerevoli altri oggetti inerenti alla creatività umana o all’opera della natura, fino ad arrivare al mare, agli scogli, alle barche e alle vele. Particolarmente significative ed intense le opere dedicate alla tragedia del Vajont.
Di lui, il critico d'arte Giorgio Segato, ha detto: "...Riccardo vive ancora forti sensazioni ed emozioni che gli attraversano il corpo e lo rendono partecipe della natura. Il suo dipingere è rimasto fedele a ciò che alla mente arriva dalla vista, dal tatto, dall'udito, dall'olfatto, dal gusto, e sa trasformarlo in emblemi araldici di pregnante qualità sensoriale; è rimasto fedele all'"umore", o meglio all'"umidore" della nostra terra veneta tra monti e mare (tra il Friuli e l'Adriatico, luoghi delle sue origini e dei suoi più frequenti ritorni)".
Riccardo Galuppo ha partecipato alle maggiori esposizioni nazionali: Quadriennale Romana, Premio San Fedele, Biennale Triveneta , Premio Titano ( San Marino). Ha conseguito numerosi premi, ha allestito mostre personali a Milano, Venezia, Gorizia, Padova, Verona, Vicenza, Treviso, Trento, Bassano, Pieve di Cadore, Auronzo. Di lui hanno scritto numerosi critici quali Giorgio Segato, Paolo Rizzi, Paolo Tieto, Sergia Jessi Ferro e numerose sue opere sono esposte nei musei di Bassano, Treviso, Venezia e Padova.
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