È morto Roversi versi e canzoni

BOLOGNA. È morto a 89 anni il poeta bolognese Roberto Roversi, malato da tempo. Coscienza critica, libraio, fondatore delle riviste Officina e Rendiconti delle quali è stato anche editore,...

BOLOGNA. È morto a 89 anni il poeta bolognese Roberto Roversi, malato da tempo. Coscienza critica, libraio, fondatore delle riviste Officina e Rendiconti delle quali è stato anche editore, scegliendo già negli anni Sessanta di non pubblicare più con i “grandi”. Consapevole fino all’ultimo, morto venerdì in casa nel centro di Bologna, ha lasciato disposizioni precise, distinguendosi anche in quest’ultima occasione: l’annuncio della scomparsa doveva essere dato solo il giorno dopo, ovvero ieri. Senza organizzare esequie ufficiali, cerimonie o commemorazioni. Sarà sepolto a Bologna, nella cappella di famiglia. Dopo la cremazione, un’altra scelta che conferma «il suo comportamento di sempre», precisa la famiglia, che acconsente solo a un piccolo gesto del Consiglio comunale: un minuto di silenzio in aula lunedì. Il suo sguardo acuto continua a coinvolgere a largo raggio: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esprime la sua commossa partecipazione al lutto. E, a modo suo, lo fa anche Jovanotti, twittando: «Se n’è andato il grande Roberto Roversi un innumerevole poeta. Scrisse anche Chiedi chi erano i Beatles». La canzone degli Stadio è tra le tante con i testi di Roversi, scritti prima per Lucio Dalla (anche Nuvolari): Jovanotti ne parafrasa il titolo facendo nascere una nuova “tag” (#chiedichieraroversi). Il presidente dell’Emilia-Romagna, Vasco Errani, ricorda poi la sua «fermissima passione civile». Già, lui preferì, abbandonando gli editori, distribuirsi da solo fogli fotocopiati o collaborare con piccole realtà autogestite.Nel 1955 fondò la rivista Officina con Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini, nel 1961 anche Rendiconti, di cui recentemente si pensava a una riedizione. Ha scritto moltissimo: romanzi, versi, testi teatrali e “fogli sparsi”, amava dire. Era stato anche direttore del giornale Lotta Continua. Nel 2006 ha chiuso i battenti la libreria antiquaria Palmaverde di Bologna che Roversi ha gestito quasi sessant’anni, dal 1948, con la moglie Elena. Nel 2007 gli morì di cancro l’unico figlio, Antonio, sociologo e docente. Nel 2010 editò in 50 esemplari fuori commercio la versione integrale del poema “L’Italia sepolta sotto la neve”.

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