Ecco i progetti che cambiano il volto di Padova

Lo studio di Gabetti sulle potenzialità di Padova: università, turismo, sanità e terziario avanzato sono il volano per la richiesta di spazi abitativi. L’evento organizzato da Nord Est Multimedia
Elvira Scigliano
Da destra, Marco Gottardo, Mauro Sbroggiò, Roberto Tosetto, Alberto Scuttari, Antonio Santocono e Claudio Malfitano
Da destra, Marco Gottardo, Mauro Sbroggiò, Roberto Tosetto, Alberto Scuttari, Antonio Santocono e Claudio Malfitano

“Why padova? Una nuova geografia per la città” è lo studio di Gabetti presentato ieri all’auditorium dell’Orto Botanico che mette nero su bianco il fenomeno Padova. Da più fronti si era capito: l’emergenza abitativa, la crescita esponenziale dell’Ateneo, ma anche le eccellenze, la sanità, l’interporto, un nuovo futuro per la zona industriale.

E poi nuovi segmenti destinati ad avere successo e a dare una spinta sempre maggiore all’economia padovana: l’hub dell’innovazione nel quartiere fieristico e l’hub metropolitano che si sta costruendo. Assieme ai grandi progetti di rigenerazione urbana messi in campo dagli investitori privati che decidono di scommettere su Padova e le sue potenzialità. Ma il fenomeno va governato.

Non è una partita solo immobiliare

In prima linea nell’interpretare la città che cambia c’è il gruppo Nord Est Multimedia, il gruppo che pubblica il Mattino e altri cinque quotidiani tra Veneto e Friuli Venezia Giulia: «Questo studio è un sismografo che misura l’andamento del mercato immobiliare Ma non è solo una partita che riguarda gli immobiliaristi, è un interesse generale. Serve uno sguardo accurato che sappia dare valore ai luoghi e alle persone», interviene il direttore editoriale Paolo Possamai.

Se in passato non c’è sempre stata la necessaria attenzione per uno sviluppo che valorizzasse tutte le possibilità, ora il vento sta cambiando. Ne è certo il primo cittadino Sergio Giordani: «Padova ha un patrimonio eccezionale e oggi vi dico che, grazie alla collaborazione di tutti – Università, Camera di commercio e mondo imprenditoriale – stiamo valorizzando i punti forti della nostra città. Con il tram cambierà la percezione della mobilità, il modo di pensare e utilizzare la città. Stiamo facendo la nuova questura e il nuovo ospedale. Ci sono in ballo partite importanti come l’area Pp1, piazzale Boschetti, l’ex Ifip e San Lazzaro. Non ho paura delle contestazioni: vanno bene, anche nelle famiglie si discute e non si va sempre d’accordo. Vogliamo che Padova, che è già una città europea, ora primeggi».

L’andamento del mercato

La città sembra prestarsi all’obiettivo: posizione baricentrica, capitale dei servizi, connessa con il resto d’Italia e il Nord Europa; con il 30% (uno ogni tre abitanti) studente universitario e una eccellenza sanitaria. Vien da sé, è richiestissima per gli investimenti immobiliari: il 2023 è stato l’anno migliore per il retail, calano le compravendite degli uffici e sono altalenanti quelle del mondo produttivo, ma di sicuro Padova è destinata ad essere ancora più richiesta quando tutti i progetti di riqualificazione e rigenerazione saranno messi a terra.

Eppure ci sono delle criticità, difficile negarlo. A cominciare dal gap tra domanda ed offerta, proprio nella residenzialità. Quella della casa è un’emergenza vera e propria. Il settore ricettivo (l’ospitalità) cresce a vista d’occhio, gli va dietro il living e si difendono uffici e logistica.

Che fare?

«Noi la nostra parte la stiamo facendo – sottolinea Alberto Scuttari, direttore generale dell’Università – Stiamo costruendo, sia in termini di posti letto che di luoghi per fare ricerca moderna e competitiva. Garantiamo tremila posti letto in più, 3.500, entro l’anno prossimo. Ma certo non bastano. Ricordiamoci che la nostra Università fa parte dei mega-atenei, che di solito sono nei capoluoghi di regione. Questa importanza va gestita con lungimiranza lungo le nostre direttrici in città: abbiamo già potenziato il polo umanistico in via Beato Pellegrino e stiamo realizzando nuovi spazi. Il bando per l’ex caserma Piave si chiuderà a giugno e per la fine dell’anno pensiamo di partire con i lavori. Qui ricollocheremo parte delle facoltà di via del Santo e via Cesarotti. Rispetto alla questione residenzialità è chiaro che ci serve l’aiuto del privato: investitori di qualità che facciano gestioni di qualità».

La finanza e gli investimenti

Gli investimenti a Padova non mancano. Nella logistica, uno degli assi di sviluppo identificati da Gabetti, non fa paura la concorrenza di Bologna e Verona: «Noi puntiamo sulla velocità e sui servizi che siamo in grado di garantire, e più si sviluppa l’intermodalità tra strada e ferrovia anche intorno a noi meglio è», ha detto Roberto Tosetto, direttore generale di Interporto.

E ancora, tornando all’interazione fra città e università, i privati stanno facendo la loro parte, e possono fare ancora di più: «Serve con urgenza investire sui ragazzi, perché se ne vanno. Dobbiamo capire che la nostra offerta, anche immobiliare, deve essere attrattiva. Per farlo dobbiamo smetterla con la cultura individualistica, anche nell’impresa», ha detto Mauro Sbroggiò, ad di Finint Investments.

Due hub per il futuro di Padova

Il presidente della Camera di commercio, Antonio Santocono, questa cosa l’ha capita da un pezzo. In questa direzione - della modernità, dell’attrattività verso i giovani e delle grandi dimensioni - ha proiettato i progetti più importanti dei suoi due mandati: l’Hub dell’innovazione e l’Hub metropolitano.

«Di fronte alla Fiera che non decollava – ricorda – la prima cosa che abbiamo pensato con l’amministrazione è stata di riprenderne il pieno possesso».

Il resto è venuto da sé: «Creare sviluppo ed innovazione a partire dalla presenza fondamentale dell’Università; un acceleratore di start-up; la zona industriale dove immaginiamo che queste giovani aziende si stabilizzino. Ma – Santocono lo conferma – serve una finanza che guardi al territorio e serve trattenere i talenti». In cima ad una torta molto golosa, la ciliegina: il turismo. Padova cresce velocemente, attira stranieri e conferma gli italiani. «Stiamo lavorando per una Fondazione del turismo – conclude Santocono – È in dirittura d’arrivo». Anche qui la collaborazione con il privato può essere virtuosa: «Stiamo già adattando i nostri hotel, dal punto di vista ecologico e smart», ha annunciato il direttore generale di Federalberghi Veneto Marco Gottardo.

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