Emergenza profughi, nel mirino l’ex caserma Romagnoli

Occhi puntati sull’ex caserma Romagnoli, nel cuore di Chiesanuova, per l’emergenza profughi. Nei giorni scorsi la prefettura ha eseguito un sopralluogo con rilievi fotografici in seguito a una richiesta da parte del governo. Nuovi sbarchi, sempre inarrestabili, e nuovi spazi da trovare per creare dei centri d’accoglienza. Non basta la richiesta trasmessa dal prefetto vicario Pasquale Aversa alle coop sociali impegnate nell’accoglienza cosiddetta diffusa («Cercate spazi anche nell’Alta padovana»). Servono nuovi grandi centri di accoglienza per “svuotare” quelli già prossimi a scoppiare, San Siro di Bagnoli nella Bassa Padovana al centro di tensioni con la popolazione in seguito ad alcuni episodi di violenza sessuale, e Conetta di Cona nel Veneziano. Anche la prefettura di Padova è stata allertata con precise richieste dal ministero dell’Interno: c’è urgenza di allestire nuovi centri nel Padovano. Tra i siti all’esame, l’ex caserma (dismessa) Romagnoli, che non è più in funzione da otto anni, area ideale in quanto la struttura si troverebbe in condizioni non troppo precarie. Più lontana nel tempo – almeno dopo l’appuntamento elettorale – potrebbe essere l’utilizzo della caserma del Primo Roc di Giarre, frazione di Abano: è presidiata dagli esponenti del comitato “Abano dice no”che non intendono accettare il progetto, difficilmente realizzabile prima delle elezioni amministrative. Dunque la soluzione più fattibile in tempi brevi prevederebbe l’utilizzo dell’ex caserma Romagnoli. Alla fine del giugno 1942 nell’area (già sede militare) fu aperto un campo di concentramento per internati civili jugoslavi, principalmente sloveni, ospitati in sei padiglioni e altri locali più piccoli. Finita la guerra, la caserma ospitò la brigata italiana dell’Artiglieria e della Contraerea e venne dedicata a Mario Romagnoli, medaglia d'oro, ucciso a Cefalonia dai nazisti dopo il rifiuto delle truppe italiane di arrendersi ai tedeschi l'8 settembre. Restò operativa fino al 2009, quando la brigata fu trasferita a Sabaudia in provincia di Latina. Ora in quei 35.836 metri quadrati di superficie di proprietà demaniale, attualmente terra di balordi e di senzatetto, potrebbe trovare soluzione l’emergenza profughi in attesa della realizzazione del piano urbanistico. Piano che prevede una media struttura di vendita, con residenziale e direzionale.
Cristina Genesin
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