Ex assessore ed ex promotore Mediolanum indagato

Nei guai Michele Pernumian, di Sant’Urbano: avrebbe trasferito sui suoi conti i soldi di due clienti. Lui: prestiti

PADOVA. Family banker, ed ex assessore al Bilancio di Sant’Urbano, conosciuto e stimato tanto da aver accumulato un portafoglio personale di 600 clienti con un patrimonio complessivo di 24 milioni di euro in oltre 25 anni di lavoro. Colpo di scena: nel febbraio 2015 Michele Pernumian, 49 anni originario di Lendinara (Rovigo), viene sospeso per tre mesi dall’albo dei promotori finanziari per decisione di Consob (organismo di vigilanza per società e borsa).

LE INDAGINI Ora è indagato dalla procura di Padova per truffa aggravata e furto con destrezza: secondo l’accusa avrebbe sottratto con l’inganno 270 mila euro a due clienti storici, una sessantenne di Padova e un cinquantenne di Villa Estense. Clienti che non s’erano nemmeno accorti che quel danaro affidato al promotore di fiducia non era mai stato investito in prodotti finanziari di Mediolanum, la banca per conto della quale lavorava il professionista (difeso dal penalista Alberto Toniato). Banca che ha subito troncato il rapporto di lavoro con Pernumian, pronto ad ammettere il trasferimento del danaro sui suoi conti (aveva bisogno di soldi per comprare casa). Ma pure a precisare che si trattava di prestiti, erogati con strumenti di pagamento rintracciabili e non ancora restituiti.

SUI SOCIAL L’indagine, però, è tutt’altro che destinata all’archiviazione visto che il pubblico ministero Daniela Randolo si prepara a chiuderla, atto preliminare alla richiesta di spedire a processo l’intermediario finanziario, molto attivo sui social, da Facebook dove non si contano le foto pubblicate sulle sue grandi passioni, dalla barca a vela ai rally in Porsche, a Twitter dove comunica le ultime novità dei mercati finanziari e dispensa consigli. Nonostante l’addio forzato al rapporto con Mediolanum, Pernumian continua l’attività da promotore e gestisce un ufficio a Este. Stop, per ora, all’altra passione, la politica: il 27 maggio 2007 era stato eletto nel consiglio comunale di Sant’Urbano per la lista civica capeggiata da Bertilla Targa (“Insieme per Sant’Urbano) e nominato l’11 giugno assessore al Bilancio.

QUERELE I guai giudiziari sono stati innescati dalla querela presentata nell’autunno scorso dai due clienti difesi dall’avvocato Barbara Zogno. Tutto, in realtà, comincia ben prima. E non su impulso dei due raggirati (presunti raggirati, finché non c’è una sentenza) che non s’erano accorti di nulla. Era stata Mediolanum a coltivare i primi sospetti. I risparmiatori vengono contattati e ricostruiscono le operazioni. La signora spiega che dal 4 luglio 2012 al 28 gennaio 2015 Pernumian le aveva chiesto di firmare 12 assegni bancari, dai 10 ai 20 mila euro ciascuno, indicando solo l’importo (un totale di 140 mila euro); quanto alle parti mancanti avrebbe provveduto lui stesso alla compilazione. L’accordo? Impiegare le somme per investimenti nel gruppo bancario Mediolanum. Ma niente di tutto questo viene fatto. Anzi, la donna denuncia anche il furto dei codici di accesso al servizio di home banking durante una visita del promotore a casa sua approfittando di un momento di disattenzione. Qualche giorno più tardi Pernumian sarebbe “entrato” nel suo conto online, effettuando un bonificio di 5 mila euro a favore della moglie. E i 12 assegni sarebbero stati portati all’incasso in parte dalla moglie e in parte dal fratello, entrambi non indagati in quanto non è stata accertata alcuna responsabilità penale da parte loro.

L'ALTRO CLIENTE Vicenda-fotocopia quella accaduta al 50enne di Villa Estense, suo cliente dal 1993, anno in cui Pernumian s’iscrive all’Albo dei promotori finanziari. Il cliente nega il prestito. E spiega che il promotore si sarebbe fatto consegnare 13 assegni bancari tratti dal suo conto acceso in Mediolanum con l’invito a firmarli, indicando la data. «Al resto, ci penso io, non ti preoccupare» la rassicurazione di Pernumian. Ci avrebbe pensato lui anche per quanto riguarda l’importo, un totale di 125 mila euro. Altro che prestito: è risultato che gli assegni sarebbero stati incassati personalmente da Pernumian che deve rispondere del reato di truffa con due aggravanti, quella di aver provocato un danno di rilevante gravità e di aver abusato del rapporto di prestazione d’opera.

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