Ex Cosecon, cogeneratore smontato e venduto a pezzi

CONSELVE. Se non sarà possibile affittarlo o venderlo il cogeneratore ad olio vegetale di via della Tecnica verrà fatto a pezzi, smontato e messo in vendita nelle sue parti principali: il potente...

CONSELVE. Se non sarà possibile affittarlo o venderlo il cogeneratore ad olio vegetale di via della Tecnica verrà fatto a pezzi, smontato e messo in vendita nelle sue parti principali: il potente motore navale, la dotazione tecnologica, per finire con il fabbricato e il terreno.

Sei anni fa il discusso impianto, costato 12 milioni di euro, veniva messo in funzione per qualche ora. Giusto il tempo di eseguire il collaudo e l’impianto, declamato come il business del futuro, non è mai più entrato in funzione ed è diventato l’emblema dello spreco e del fallimento di Cosecon, la società locale travolta dai debiti. Ora, ad oltre un anno dal fallimento della Spa controllata dai comuni del territorio, il destino di questo ingombrante monito allo sperpero di denaro pubblico non è ancora stato deciso. Tutto è in mano ai tre curatori fallimentari di Attiva, la società che aveva raccolto la pesante eredità di Cosecon per alzare bandiera bianca pochi anni dopo e consegnare i libri contabili in tribunale. L’obiettivo è quello di liquidare il patrimonio della società e ricavarne il massimo profitto per pagare i debiti verso le banche, all’incirca 100 milioni di euro.

Ma per il cogeneratore non è così semplice come affittare o vendere un terreno o dei cappannoni. Ormai la produzione di energia da olio vegetale non conviene più, lo avevano già sperimentato gli amministratori di Attiva che in più occasioni avevano bandito delle gare per l’affitto dell’impianto. Tutte deserte, perfino l’ultima a prezzi di saldo. A questo punto per i tre curatori fallimentari la strada è tutta in salita. Una volta esauriti tutti i tentativi per piazzarlo sul mercato così com’è, spiega chi conosce il problema, non rimarrà altra soluzione che smontare l’impianto e venderlo a pezzi.

Certamente i ricavi saranno ben lontani da costi sostenuti, coperti in parte con un contributo regionale da 2 milioni e 80 mila euro. Nel frattempo non si è ancora conclusa l’inchiesta avviata dalla Corte dei Conti nei confronti degli ex amministratori di Cosecon per un danno patrimoniale che si aggira sui 10 milioni di euro. I Comuni soci, prima del fallimento della Spa, avevano dato l’ok all’azione di responsabilità.

Nicola Stievano

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