Ex Officine Stanga il raduno degli operai

Ogni volta che s’incontrano, all’appuntamento annuale che, di solito, si tiene a fine maggio, sono sempre meno. Sono le tute blu, che lavoravano alle Officine Meccaniche Stanga, a quelle di Cittadella, di proprietà del Gruppo Firema e a quelle di San Giorgio delle Pertiche dove, prima del 1990, si lavorava con l’amianto anche a mani nude. Tre giorni fa 150 di loro hanno partecipato ad una messa celebrata nella chiesa parrocchiale di Salboro e, alla sera, sono andati a cena tutti assieme alla sagra del quartiere. Tra i presenti tanti ex volti conosciuti della classe operaia padovana, tra cui Tony Testolina, Erminio Lunardi, Secondo Montanari, Maurizio Bertazzo. Mancava solo Candido Salvato, rimasto nella sua casa di Saonara. In chiesa anche Rossana Tosato, in rappresentanza della Cgil, l’avvocato Giancarlo Moro ed Enzo Merler, presidente dell’associazione “Bepi Ferro vittime ed esposti dell’amianto”, intitolata all’ex presidente del direttivo della Cgil, residente all’Arcella, deceduto oltre dieci anni fa, diventato simbolo della lotta che i Cipputi padovani hanno combattuto anche contro tutti quelli che non intendevano applicare la storica legge 257, che ha vietato per sempre, in Italia, l’uso del minerale killer nell’industria e nell’artigianato.
Ogni anno che passa, cresce, a ritmo esponenziale, il numero dei compagni di lavoro che muoiono per mesotelioma pleurico o per asbestosi, le terribili malattie che colpiscono non solo gli ex operai, ma anche i familiari che entravano in contatto con le tute da lavoro intrise del minerale.
Solo tra gli ex operai delle Officine Stanga, che una volta si trovavano in corso Stati Uniti, dove oggi ci sono i capannoni dei cinesi e prima ancora tra via Venezia e via Turazza, si contano già 150 rispetto ai 700 dipendenti che, sino agli anni ’80, contava la nota azienda che produceva treni ed era stata fondata dall’imprenditore e banchiere Dino Marchiorello, residente a Rosà.
Solo dal primo gennaio ad oggi, in tutta la provincia, ne sono morti altri dieci. E, purtroppo, come ha sempre affermato l’ex primario dello Iov, Giuseppe Cartei, specialista dei tumori ai polmoni, il picco centrale dei decessi è cominciata solo l’anno scorso e durerà sino al 2022.
Felice Paduano
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