«Facciamo finta che sia vero» il nuovo cd di Celentano

MILANO Dalla classe dirigente, alla crisi economica, Adriano Celentano scaglia il suo «grido di rabbia» con “Facciamo finta che sia vero”, suo nuovo album in uscita il prossimo 29 novembre, a...

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Dalla classe dirigente, alla crisi economica, Adriano Celentano scaglia il suo «grido di rabbia» con “Facciamo finta che sia vero”, suo nuovo album in uscita il prossimo 29 novembre, a quattro anni di distanza dal precedente.

«Il disco è quasi una specie di pamphlet», spiega la moglie Claudia Mori, a cui Celentano ha lasciato il compito di incontrare i giornalisti, evitando le interviste e non sbottonandosi neanche con un comunicato stampa. Le parole che ha da dire, infuocate come l’art work del cd, sono tutte nei testi: «Siamo nelle mani del peggior stile di vita, nelle mani di insensati governanti». Ancor più diretta e incalzante è «La cumba di chi cambia», scritta da Jovanotti («i funzionari dello stato italiano si fanno prendere spesso la mano, iniziano bene e finiscono male, capita spesso che li trovi a rubare e fanno cose che stan bene solo a loro E si comportano come degli impuniti»).

Si allarga ai conflitti internazionali, invece, «Non so più cosa fare), brano di Manu Chao che raduna gli ospiti illustri del disco con l’atteso duetto fra Celentano, Battiato, Jovanotti e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, già con lui nel singolo «Non ti accorgevi di me».

Fra sapori orientali, il pop di «Ti penso e cambia il mondo» (con testo di Pacifico) e il cha cha cha di «La mezza luna», suo successo degli anni ’60 (con Raphael Gualazzi special guest). Il finale è invece una specie di sigillo, impresso con «Il mutuo», dove Celentano, autore di testo e musica, evoca lo spettro dello spread («L’unica via contro lo spread per una sana e angelica economia: è la decrescita»), scongiura la secessione e invoca la bellezza «unico boom che ci potrà salvare».

«Adriano ha messo in musica quello che da tempo scrive sui giornali o ha detto nelle sue poche apparizioni pubbliche - ha raccontato Claudia Mori - È un discorso politico che va bene oggi e, temiamo, anche domani, perchè sono tanti anni che le cose non vanno. Forse adesso c’è uno spiraglio di luce, ma è solo uno spiraglio».

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