Famila, dubbi sull’autorizzazione

Per Pd e Monselice Riparte il supermercato non è in regola con le opere di urbanizzazione e il collaudo
Di Camilla Bottin

MONSELICE. Supermercato Famila Superstore di via Colombo, Pd e “Monselice Riparte” esprimono al sindaco Lunghi un dubbio: «Sono stati fatti tutti i controlli prima di autorizzarne l’apertura?» Secondo i consiglieri comunali Francesco Corso, Vittorio Ivis e Giorgio Riello non sussistevano le condizioni per il rilascio dell'autorizzazione commerciale. I consiglieri ricordano che per aver concesso l'autorizzazione, il dirigente del Comune deve aver affermato, nel corso della conferenza dei servizi (dove le parti interessate dichiarano il rispetto delle norme di loro competenza), che le opere di urbanizzazione sono state completate, il collaudo fatto, le norme urbanistiche rispettate e che la convenzione del 2011 è ancora valida. Queste affermazioni del dirigente, per i firmatari dell'interpellanza, non rispondono a realtà. Scrivono, infatti, che le opere di urbanizzazione non sono ancora state terminate (realizzati solo la stradina di accesso al capannone e una piccola parte di parcheggio) e che il collaudo prodotto dall'ingegner Derai non ha la validazione del dirigente. Fanno poi riferimento al mancato rispetto della legge regionale 50/2012 in quanto la convenzione del 2011, ritenuta ancora valida, era stata annullata quando è stata approvata quella del 2015. «La nuova convenzione» spiegano «prevede la possibilità di intervenire per stralci funzionali nella realizzazione del piano di lottizzazione, ma le opere di urbanizzazione devono essere realizzate tutte insieme nel primo stralcio». I consiglieri si chiedono perché sia stato nominato come direttore dei lavori un tecnico sotto inchiesta per la vicenda della Piazza San Bortolo. «Può verificare la correttezza dei lavori eseguiti e se l'utilizzo dei materiali corrisponde ai capitolati?». Il primo cittadino ha già incaricatoo gli uffici a dare una risposta a questi dubbi. «Ad oggi» commenta il sindaco «mi dicono che le affermazioni del Pd e di Monselice Riparte sono infondate. Nessun dirigente, inoltre, risulta sotto inchiesta».

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