Farmacia dichiarata fallita la crisi colpisce anche la sanità

La crisi si abbatte anche sul settore farmaceutico, un tempo indenne a improvvisi tracolli finanziari. È fallita la “Bio farmacia” di Claudia Mantovan, in via Po’ 4 a Padova, zona Sacro Cuore. Troppe...
Di Elisa Fais
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - FARMACIA FALLITA VIA PO 4
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - FARMACIA FALLITA VIA PO 4

La crisi si abbatte anche sul settore farmaceutico, un tempo indenne a improvvisi tracolli finanziari. È fallita la “Bio farmacia” di Claudia Mantovan, in via Po’ 4 a Padova, zona Sacro Cuore. Troppe spese hanno impedito di pagare puntualmente i fornitori che sono passati alle vie legali. A renderlo pubblico è una delibera dell’Usl 16 di Padova. «Una farmacia non dovrebbe mai arrivare a questo punto e fallire», dichiara amareggiata la titolare, Claudia Mantovan, «Fino all’altro giorno l’ambiente della sanità sembrava intoccabile e invece ora anche noi stiamo soffrendo a causa della crisi economica. Conosco altri colleghi farmacisti che si stanno trascinando dietro situazioni molto pesanti». Il tribunale di Padova lo scorso 26 febbraio ha dichiarato il fallimento dell’attività commerciale in via Po’, nominando un curatore fallimentare. Lo scorso 11 marzo il giudice ha autorizzato la farmacia all’esercizio provvisorio per altri due mesi. Infatti, la legge in materia in questi casi consente che le farmacie possano tenere aperto per 15 mesi in più. «La mia attività è fallita a causa di una sovrapposizione di circostanze, affidarsi alla burocrazia può essere deleterio», specifica la dottoressa Mantovan, «in soli sei mesi le mie finanze sono state ridotte all’osso. Ormai le farmacie sono trattate come negozi di frutta e verdura». Negli ultimi anni, la farmacia della dottoressa Mantovan non è stata l’unica attività del settore ad abbassare le saracinesche a Padova. Nel maggio 2014 ha dichiarato il fallimento la “Parafarmacia S.Maria della Mercede Srl” in via Navigazione Interna 51, nel cuore della Zona industriale padovana. Lo scorso ottobre poi, sono iniziati i problemi per la “Farmacia Giordano” di Antonella Marcomini e Pierantonio Schiavon, con sede in via Roma 8 a Ponte San Nicolò: l’attività è in concordato preventivo, una procedura attraverso la quale l'imprenditore ricerca un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarato fallito. Questi ultimi casi rappresentano solo la punta dell’iceberg, sono tanti i farmacisti arrivati al limite. I continui tagli alla spesa, l'aumento delle trattenute, la perdita di potere d'acquisto delle famiglie stanno mettendo in ginocchio l’intera rete. «Il settore versa in grave difficoltà», denuncia la presidente di Federfarma Padova, Patrizia Zennaro, «Con l’avvento dei farmaci generici i prezzi si sono abbassati e le vendite sono diminuite del 50%. In più stiamo accusando il colpo della liberalizzazione dei farmaci di classe C, quelli prescritti con ricetta bianca e a carico del paziente, in vendita anche nelle parafarmacie, supermarket e centri commerciali. Un altro nodo è rappresentato dalla distribuzione dei farmaci ad alto costo che tende ad essere monopolizzata dalla rete ospedaliera. Ricordo che le farmacie sono in grado di distribuirli ai cittadini in maniera capillare, evitando costi sociali». Si unisce anche Adriano Guiotto, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Padova: «L’introduzione dell’ehealt e della ricetta elettronica richiede maggiori competenze alle farmacie che si vedono costrette ad assumere più personale. Ulteriori costi che si sommano ad una condizione già precaria».

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