Femminicidio Rotaru, è arrivato il giorno della sentenza per Erik Zorzi

Attesa nel pomeriggio la sentenza per l’omicidio dell’ex moglie del 42enne, Nicoleta Rotaru. La decisione della Corte d’assise formata da due giudici e sei giurati popolari

Cristina Genesin
L’imputato Erik Zorzi
L’imputato Erik Zorzi

 

È il giorno del giudizio oggi per Erik Zorzi, il 42enne di Abano finito sul banco degli imputati per femminicidio, l’assassinio dell’ormai ex moglie Nicoleta Rotaru, una 37enne di origine moldava, laureata e madre delle loro due bambine, decisa a ricostruirsi con le figlie una vita lontana da quell’uomo violento.

Nella mattina del 23 ottobre alle 9 nell’aula del Palazzo di giustizia di Padova ultimo atto del processo davanti alla Corte d’assise presieduta dal giudice Domenica Gambardella affiancata dalla collega togata Valentina Verduci e da sei giurati popolari.

Sono previste brevi repliche da parte della pubblica accusa (il pubblico ministero Maria D’Arpa) e della difesa (gli avvocati Cesare Vanzetti e Silvia Masiero) con le parti civili (le avvocate Roberta Cerchiaro e Tatiana Vija per la famiglia della vittima; l’avvocato padovano Michele Camolese, che tutela le due figlie minori e la collega Aurora D’Agostino per il Centro veneto Progetti donna che gestisce il Centro antiviolenza con lo sportello di Abano e Dire- l’associazione nazionale Donne in rete contro la violenza).

Poi i giudici entreranno in camera di consiglio per la decisione. La sentenza è prevista nel tardo pomeriggio. L’accusa di cui Zorzi deve rispondere è l’omicidio volontario della coniuge con due aggravanti, la minorata difesa della vittima, sorpresa nel sonno, e il fatto di aver commesso il reato nei confronti della moglie sia pure legalmente separata

Tutto accade la notte del 2 agosto 2023 nell’appartamento della frazione di Monteortone in via Rocca Pendice 15 . All’alba è lo stesso Zorzi a chiamare il 118 perché (riferisce) la moglie, chiusa in bagno, non risponde. All’arrivo (sul posto anche una pattuglia di carabinieri) è sfondata la porta che risultava chiusa dall’interno: il corpo di Nicoleta è nella tazza della doccia con una cintura intorno al collo.

Il medico legale conferma il sospetto suicidio di fronte anche alle spiegazioni del marito pronto a sostenere come la consorte fosse abituale utilizzatrice di psicofarmaci. Ma i conti non tornano soprattutto per la famiglia Rotaru e alcune amiche (a una di loro era stato affidato il proprio computer dalla vittima che temeva per la propria vita). Eppure di farmaci antidepressivi non c’era traccia nell’alloggio.

Il 22 marzo 2024 la svolta: Erik Zorzi viene arrestato all’uscita del cimitero di Abano. 

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