Festini con sesso e cocaina: legale incastrato dalle intercettazioni

PADOVA. La sua casa era diventata la pensione Isolabella di Abano, camera 204. E i luoghi delle festicciole, orge a base di sesso e cocaina, erano altre strutture: a Padova negli hotel Corso e Patavium, a Fratte di Camposampiero nell’hotel Rio Grande e a Ponte di Brenta nell’hotel Paola. Gli invitati? Qualche coppia, ragazze italiane, alcuni magrebini. L’organizzatore? Lui, l’avvocato Francesco Bizzarri, classe 1967, residente a Milano in via Santa Marta, di fatto domiciliato nella cittadina termale, ieri è stato rispedito in Lombardia con un’ordinanza che ha disposto nei suoi confronti l’obbligo di dimora nella provincia di Milano. Con l’ordine di non uscire di casa prima delle 6.30 e di rientrare entro le 21.30. Il provvedimento è stato firmato dal gip Domenica Gambardella su richiesta del pm Benedetto Roberti, che coordina l’inchiesta affidata alla Squadra mobile. Squadra che, ieri mattina, ha eseguito il provvedimento restrittivo della libertà personale caricando sul treno il legale per mandarlo a casa.
Le accuse
L’indagine inizia due anni fa quando la polizia comincia a sospettare il legale, iscritto all’Ordine degli avvocati del capoluogo lombardo: affitta camere di albergo per ricevere abitualmente “ospiti” con i quali consuma cocaina. Cocaina che lui stesso acquista da spacciatori di origine tunisina, dai 5 ai 20 grammi alla volta per allietare e vivacizzare i rendez-vous a luci rosse. I servizi di polizia documentano gli acquisti spasmodici di polvere bianca da parte dell’avvocato Bizzarri in quantità non compatibili con un uso esclusivamente personale.
Chi lo frequenta viene convocato in questura. Una padovana ammette: insieme al fidanzato, che ha il vizietto di sniffare, ha partecipato a quelle festicciole in un albergo nell’Alta Padovana e poi in un appartamento in largo Europa a Padova dove, per un periodo, aveva vissuto anche il legale prima di trasferirsi in un alloggio in via San Fermo. Legale che provvedeva a garantire la droga per quegli incontri particolari: la comprava direttamente da spacciatori di fiducia incontrati in un bar a Chiesanuova, in via Sorio o a Sarmeola. Le intercettazioni, del resto, lo inchiodano: nei colloqui con i fornitori sono esplicite le trattative su quantità e prezzo. Il 15 agosto 2017 Bizzarri, che ha precedenti penali e non risulta avere redditi, era stato protagonista di un’aggressione nei confronti di uno straniero: quest’ultimo, per un periodo, aveva condiviso con il legale la stanza di un hotel ad Abano. Una notte una furiosa lite tra i due e i proprietari avevano chiamato i carabinieri. Il sospetto? Questioni di droga: in ospedale i due erano risultati positivi alla cocaina.
La fidanzata
Il 15 ottobre 2018 un’avvocatessa padovana, all’epoca sua fidanzata, si era resa conto della vita al limite del compagno nonché collega. Al telefono lo aveva rimproverato: «Testa di c... sempre drogato... Appena hai due soldi ti strafai. Come puoi vivere così a 50 anni suonati?... Cosa fai con dei drogati del c...?». Lui: «Amore... Il lavoro è lavoro». E lei: «Ma quale lavoro, ti stai drogando fino al collo. Fai schifo». E la relazione è finita
Altra inchiesta
Il 20 ottobre 2018 Bizzarri confessa all’amico Marco: «Ho fatto una rapina pazzesca, ho fatto una rapina number one... Ho appena imparato a usare la Pec (posta certificata), me ne arriva una... la apro: “basta che lei fa clic con il numero dell’iban e le bonifichiamo l’assegno del suo cliente morto”. Quello è morto, ho messo il mio iban e ho fatto clic... Mi sono fatto bonificare 250 mila euro. Secondo me mi arrestano». Come spiega poi lui stesso sempre all’amico: si trattava di un incidente mortale del 2014 e dei soldi dell’assicurazione assegnati ai familiari della vittima. Ancora: «Scappo dall’Italia... È stata una pazzia totale ma non mi ha chiamato nessuno, stavolta è andata bene». Sulla vicenda è aperto un nuovo filone d’indagine.
Come sulla richiesta fatta a un’amica di andare dal solito medico in zona Brentelle, nel Padovano, per avere un certificato retrodatato. Bizzarri non si era presentato a un’udienza in tribunale e gli serviva il documento per giustificare la sua mancata partecipazione al processo.
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