Fiamminghi e veneti, antiche contaminazioni

Bruxelles celebra collegamenti che risalgono al Quattrocento
Francesco Guardi, Piazza San Marco (olio su tela - 1760)
Francesco Guardi, Piazza San Marco (olio su tela - 1760)
 BRUXELLES.
Una mostra per ribadire il collegamento fra l'arte veneta e quella fiamminga, anticipazione, fin dal Quattrocento, dell'Europa unita dai traffici commerciali e dalla creatività. E' questo il tema principale della mostra «Venetian and Flemish Masters (Maestri veneti e fiamminghi, ndr)» al Bozar di Bruxelles. Un'esposizione che arriva dopo il successo nel 2009 di «Da Van Dick a Bellotto» che riunisce i capolavori dell'Accademia Carrara di Bergamo e del Royal Museum of Fine Arts Antwerp e che sottolinea le reciproche influenze fra la scuola fiamminga e quella veneta.  Nella mostra, Giovanni Bellini si confronta con opere di Rogier van der Weyden, e viceversa; Peter Paul Rubens è noto per aver apprezzato le opere di Tiziano e Veronese: una contaminazione che sarebbe stata impossibile senza fecondi scambi commerciali e politici tra il Nord e il Sud.  «La Repubblica di Venezia aveva mantenuto con le Fiandre contatti regolari e frequenti nel corso di vari secoli, a differenza di altri territori italiani che avevano, invece, subito influenze più temporanee - spiegano gli organizzatori - Nel XVº secolo pittori fiamminghi e veneziani si erano reciprocamente influenzati in uguale misura, ma le loro strade diventano poi divergenti, con gli artisti delle Fiandre sempre più volti a un riferimento a Roma e alla tradizione pittorica di quella città per poi riscoprire nel XVIIº secolo, con Rubens, anche l'arte di scuola veneta».  La mostra Venetian and Flemish Masters accompagna lo spettatore attraverso quattro secoli chiave per la pittura europea (dal XVº al XVIIIº secolo) e illustra i numerosi punti di contatto e di reciproca influenza nei rapporti tra Bruxelles, Bruges, Anversa e Venezia.  Nel Quattrocento, con la nascita del ritratto e della pittura devozionale, saranno comparate le opere di Pisanello e di Giovanni Bellini con quelle di altri maestri come Rogier van der Weyden. Il Cinquecento, con paesaggi e opere devozionali, metterà a confronto opere di Tiziano, Palma il Vecchio, e del Veronese, con quelle dei loro colleghi fiamminghi; mentre il Seicento, con le illustrazioni di sacro e profano saranno accostate le opere di Rubens, del Padovanino e del Tiepolo. Infine il Settecento metterà a confronto il vedutismo di Canaletto, Francesco Guardi e Pietro Longhi con le opere degli artisti del nord.  La mostra di Bruxelles arriva dopo altri progetti culturali, fra cui l'esposizione del capolavoro di Tiziano «Donna allo Specchio/Femme au Miroir» a Palazzo Marino, e la mostra «L'Antichità sognata. Innovazioni e resistenze nel Settecento», in cui con il Louvre ripercorre le tappe che portarono l'Europa alla riscoperta del proprio patrimonio artistico classico, dando vita al Neoclassicismo.

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