F.i.l.i. in trincea a dispetto dei tagli
Alla Filanda di Salzano teatro come pensiero
Pensare il presente è possibile, anzi è necessario. Il mezzo, uno dei mezzi possibili, è il teatro. Il «Valle» occupato a Roma così come la Filanda Romanin Jacur a Salzano, che in comune hanno parecchie cose. Una, la lettera che Alessandro Bergonzoni ha scritto per il Valle, compare nel manifesto della nona edizione di «F.I.L.I.», in scena a Salzano il 5 e 6 agosto con protagonisti don Andrea Gallo, Giuliana Musso e Vitaliano Trevisan. «Ci obbligano a pensare che la cultura e lo spettacolo debbano essere evasione e non pensiero, coscienza e creazione - scrive Bergonzoni - Ci obbligano a credere che siano intrattenimento e passatempo e non cultura, perché non vogliono solo chiudere i teatri ma le teste». Anche F.I.L.I., acronimo per Filanda Idee Lavoro Identità, ha rischiato di chiudere lo scorso anno per mancanza di fondi. A salvare l'ottava edizione era stato un «Atto d'amore», titolo della manifestazione, ovvero un concorso libero e gratuito di artisti, imprenditori e cittadini che hanno deciso di fare un gesto di resistenza in difesa di uno spazio che interroga e racconta il presente. Grazie a quello sforzo, quest'anno F.I.L.I., promosso dal Comune di Salzano e organizzato da Echidna, può ripartire con la nona edizione (costo: 30 mila euro, il 70% dai privati), non certo con le tasche piene d'oro ma con una due giorni di teatro, musica, danza e occasioni conviviali, che hanno per protagonista il pensiero e la sua libertà. Impossibile, a questo punto, non dedicarlo a Giorgio Gaber che già a metà degli anni Novanta cantava «E pensare che c'era il pensiero», additando un secolo in chiusura - il Novecento - come «avaro nella produzione di pensiero» e, al contrario, assai prodigo nello «sfoggio di svariate opinioni e vane parole». Contro questa approssimazione, artisti, amministratori e imprenditori hanno deciso di resistere, finanziando lo spettacolo-cultura alla Filanda Romanin Jacur, luogo di lavoro, che oggi manca, e che diviene baricentro di rapporti umani. E' un teatro «che include», come auspica Giuliana Musso, protagonista (6 agosto ore 19) del festival con il suo «La base», esito di un percorso laboratoriale centrato sull'oggi: quello di una base militare grande come una città e costruita dentro un'altra città. «Lavoriamo con gioia per un teatro dove la drammaturgia si fa strumento per raccontare il reale - dice l'attrice friulana - Fili è un'occasione per spostare il baricentro dal virtuosismo al contenuto, dal "grande teatro" ad una comunità che si riunisce». Tra i protagonisti in cartellone spiccano Don Andrea Gallo (5 agosto ore 21.30), che propone lo spettacolo «Esistenza, soffio che ha fame», recita tra teatro e spiritualità con Carla Peirolero e con i canti di Roberta Alloisio e le musiche di Edmondo Romano; e Vitaliano Trevisan, accompagnato dal contrabbassista Daniele Roccato, che presenta il monologo «Solo et pensoso» (6 agosto ore 22), protagonista un giovane Holden berico che traccia i propri quindicimila passi nel perimetro della sua odiosamata città. Info e programma su www.echidnacultura.it
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