Filma le colleghe alla toilette, denunciato

PIOMBINO DESE. Era l’operaio con la vescica più debole: sempre in bagno, più volte ogni ora. Soprattutto dopo l’uscita dalla toilette di qualche collega donna. La forza dell’emulazione capace di fare brutti scherzi? Niente affatto. Nessun problema urologico. Claudio Basso, classe 1981, residente a Istrana nel Trevigiano e dipendente di un’azienda a Piombino Dese, aveva piazzato una telecamera nella toilette riservata alle donne (limitrofa a quella per gli uomini), occultandola all’interno di uno scopino proprio accanto al water: un punto di osservazione per sfregiare l’intimità di decine di colleghe che, ignare, andavano a fare i propri bisogni.
E lui, ogni volta che una donna usciva da quella stanza, di corsa s’infilava, forse per scaricare in qualche file o chiavetta usb, la memoria dei filmati ripresi grazie alla mini-telecamera. Per puro caso una dipendente si è accorta di quello che sta accadendo. E immediatamente è stata presentata una denuncia ai carabinieri di Piombino.
INDAGATO Ora Claudio Basso si ritrova indagato per il reato disciplinato dall’articolo 615 bis del codice penale che punisce l’interferenza illecita nella vita privata: «Chiunque, mediante l'uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata» si legge, «... è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni». Il legislatore ha introdotto tale norma per far fronte alle sempre più presenti minacce alla riservatezza personale, la privacy, legate all'evoluzione delle moderne tecnologie che, oggi più che mai, possono essere alla portata di mano di chiunque (o quasi).
L'INCHIESTA L’inchiesta è finita sul tavolo del pubblico ministero padovano Roberto Piccione. Il 12 settembre scorso una collega di Basso va in bagno come chissà quante altre volte. E nota che un filo sbuca dallo scopino posto vicino alla tazza del water. Incuriosita, più che insospettita, allunga la mano per capire di che cosa si tratti. Così tirando verso di sé il filo, osserva con stupore che è collegato alla mini-telecamera. Subito informa il vertice aziendale e la notizia viene comunicata ai carabinieri che si attivano. Chi può aver piazzato quell’occhio tecnologico per spiare le dipendenti? I sospetti si concentrano su Basso, assiduo frequentatore dell’area-toilette più di chiunque altro. Su ordine del pm Piccione i militari dell’Arma si presentano a casa sua con un decreto di perquisizione valido anche come informazione di garanzia. E mentre passano al setaccio l’abitazione e sequestrano del materiale (un personal computer, una Sd cioè una scheda di memoria, due hard disk, una confezione vuota per telecamera compatibile con quella sequestrata nella toilette aziendale), il dipendente non si trattiene. E ammette “la colpa”.
PERITO Ora il pm Piccione nominerà un esperto per analizzare il materiale informatico. E per capire se l’operaio-spione abbia agito soltanto nel periodo limitato tra il rientro dalle ferie d’agosto (la settimana dal 22 agosto) fino al 12 settembre. Resta un altro importante punto interrogativo: che fine hanno fatto i video vigliaccamente realizzati? Gli investigatori vogliono accertare se Basso li abbia divulgati in rete, a volte ricettacolo delle cose più immonde.
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