Fiorindo fu massacrato con un centinaio di colpi

LA SCENA Carabinieri vicino al corpo di Grigoletto
LA SCENA Carabinieri vicino al corpo di Grigoletto
 
S.ANGELO.
Un massacro. Un'aggressione cruenta e feroce che ha portato a una morte sofferta il 66enne Fiorindo Grigoletto. «Saranno immagini abbastanza crude» avverte il professor Massimo Montisci dell'Università di Padova, chiamato a raccontare davanti ai giudici della Corte d'Assise le conclusioni della consulenza medico legale svolta per conto della procura sull'omicidio del pensionato piovese.
 Un centinaio i colpi inferti, la maggior parte dei quali (ben 57) concentrati sul viso (le ossa nasali sono state fratturate) e sulla testa tanto da recidere di netto alcune parti del cervello, senza escludere il tronco e gli arti soprattutto nella parte anteriore: segno che lo scontro tra vittima e carnefice è avvenuto faccia a faccia. Dunque una «sommatoria» di colpi - non un unico colpo letale - ha ucciso Fiorindo Grigoletto, spirato per shock emorragico (ha perso un litro e mezzo di sangue) e per il trauma cranico-commotivo in un soggetto già cardiopatico.  Come arma del delitto potrebbe essere stata impiegata la pala, abbandonata sopra il cadavere dello sfortunato Fiorindo, trovato supino e in slip tra l'orto e un'area agricola all'interno del perimetro della sua villetta, a Sant'Angelo in via Caselle 80/a. Cadavere coperto da un telo in plastica. Non si esclude anche un altro badile e un forcone, sempre recuperati poco lontano sporchi di sangue. Due i tipi di ferite provocate, oltre a ecchimosi ed ematomi: lacero contuse (segno che è stata usata una pala «a piatto») e da fendente (la lama del badile sarebbe stata sfruttata sul lato tagliente).  Le immagini del corpo oltraggiato di Fiorindo Grigoletto sono state proiettate sul muro davanti ai giurati, mentre Natalina Buggio, la cinquantaseienne «mantide» del Piovese accusata del delitto, guardava solo a tratti quel film dell'orrore di cui è considerata regista e interprete, abbassando di tanto in tanto uno sguardo che è parso lontano. Capelli nerissimi raccolti a coda un po' disordinatamente, visibilmente ingrassata e vestita con una tuta da ginnastica, per nulla emozionata: così è rimasta per tutta la mattinata di ieri nel corso del processo per cui rischia l'ergastolo. A pochi passi da lei, il professor Montisci illustrava la ricostruzione del dramma: «Gli ematomi sull'avambraccio sinistro e la mano della vittima sono tipiche lesioni che indicano un'azione difensiva della vittima». Aggredito in camera da letto, Fiorindo Grigoletto avrebbe lottato, per sfuggire alla morte, trascinandosi nelle altre stanze della casa e poi all'esterno dove è stato finito. Lo rivelano le tracce di sangue lasciate ovunque (pure nel garage) oltre ai danni e al disordine provocati durante la colluttazione. A incastrare l'imputata, i risultati scientifici sui reperti trovati nell'abitazione e nel cortile, oltreché sotto le unghie della vittima. «Il materiale prelevato ha identificato un profilo genetico misto, sia della vittima che dell'imputata - ha puntualizzato il medico legale - E la mano sinistra è l'arto dove risultavano importanti lesioni da difesa per ripararsi dall'aggressore... In quei momenti c'è stato un trasferimento di materiale genetico dall'aggressore alla vittima». Uno «scambio» organico che, ha ricordato il consulente tecnico, può essere avvenuto solo quando Grigoletto era in vita. Tracce di Natalina Buggio, ha ricordato il professor Montisci, sono state rilevate sul cuscino e sul materasso della camera da letto: il che sta a indicare la sua presenza in quello spazio. Benché il cadavere sia stato scoperto intorno alle 15 dell'8 giugno 2009, l'assassinio è avvenuto tra le 10 e le 16 del giorno prima: una datazione resa possibile dall'incrocio di parametri tanatocronologici (le macchie ipostatiche, il rigor mortis e la temperatura corporea) e di tipo entomologico (il deposito di uova sul cadavere da parte di una specie di mosconi, le Calliphoridae). Il 4 novembre nuova udienza.

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