«Folgorato da 22 mila volt sono vivo per miracolo»

SALETTO. L’elettricità - 22 mila volt - gli è penetrata dalle dita delle mani, gli ha attraversato tutto il corpo e gli ha letteralmente perforato i piedi, scaricandosi a terra.
Lui ha fatto un volo di quattro metri ed è andato in arresto cardiaco per venti minuti. La scarica gli ha azzerato la memoria.
Oggi Biagio Zancanella porta le “stigmate” di quel giorno, ricorda poco o nulla di quegli attimi ma è consapevole di una cosa. Di essere vivo per miracolo e di essere in piedi a poco più di un mese da quell’episodio così “straordinario”.
Già, perché lo scorso 2 dicembre il 55enne di Saletto ha sfiorato di poco l’appuntamento con la morte. Zancanella, dipendente della Edil Euganea di Saletto, era impegnato in un cantiere all’interno della ditta Amcor di Lugo di Vicenza.
Con altri tre colleghi l’operaio stava caricando un monoblocco sul camion: per cause che non sono ancora state chiarite – si pensava il contatto tra la gru e dei fili della linea elettrica, ma la perizia non ha ancora puntualizzato la dinamica e il dissequestro dell’area è arrivato solo qualche giorno fa – nello spingere il container Zancanella è stato travolto da una scarica elettrica di 22 mila volt.
«Io non ricordo proprio nulla, ma i miei colleghi hanno sentito un urlo fortissimo e mi hanno ritrovato a quattro metri di distanza, steso tra l’erba, privo di coscienza», racconta l’uomo aiutato dalla moglie Graziana. Il referto parla chiaro: l’operaio è rimasto in arresto cardiaco tra i 15 e i 20 minuti. «Mi hanno salvato i miei colleghi, che mi hanno praticato il massaggio di rianimazione, e poi sanitari e medici del Suem e dell’ospedale di Santorso, dove per dieci giorni sono stato ricoverato in Rianimazione, praticamente sempre in coma».
«I medici mi hanno subito chiarito la situazione, dicendomi che Biagio era praticamente morto e che in quelle condizioni se ne salva uno ogni cento. Mi hanno promesso che avrebbero fatto di tutto per salvarlo, e così è stato. Hanno compiuto il miracolo», confida ancora emozionata la moglie Graziana.
Zancanella ha dovuto fare i conti anche con emorragie e problemi a denti e gengive, costole rotte e spalla fratturata (per il volo causato dalla folgorazione) e torace sfondato (per il tentativo di rianimazione), oltre alle profonde ferite a dita e piedi («l’elettricità mi ha bucato i piedi fino all’osso»).
Dopo i dieci giorni a Santorso, il 55enne ha passato altri otto giorni di ricovero in Medicina a Schiavonia.
«Devo essere sincero» continua Zancanella «Mi fa strano pensare che l’ospedale di Schiavonia mi abbia dimesso a meno di tre settimane da quello che mi era capitato. Mi sento spaesato, anche se il mio medico di base mi ha preso in carico con grande professionalità e sensibilità e pian piano stiamo cercando di risolvere tutti gli acciacchi che ancora rimangono, compreso il vuoto di memoria legato alla scarica elettrica. Sono però orgoglioso di esser uscito dall’ospedale sulle mie gambe, e devo sicuramente dire grazie a quanti hanno contribuito a salvarmi la vita».
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