Fotovoltaico senza fondi Le aziende verso l’Africa
Incentivi a rischio, leggi retroattive che fanno saltare agevolazioni: il mondo del fotovoltaico padovano proclama lo sciopero generale. Domani oltre 300 persone scenderanno in piazza a Carmignano di Brenta – capitale del distretto - per far sentire la loro voce.
Un fronte compatto, guidato da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. Andrea Bonato, della Fim-Cisl, scende nel dettaglio: «Nella versione definitiva, diversa peraltro da quella circolata nei giorni scorsi e pubblicata su Il Sole 24ore, il decreto interviene sull’efficacia del 4° Conto energia eliminando la norma che faceva salvi i progetti approvati con Dia purchè connessi alla rete elettrica entro il 28 marzo 2012, anche se costruiti su terreni agricoli e su una superficie superiore al 10% della disponibilità del proprietario terriero».
Alcuni dati concreti: «Il gruppo Kerself ha circa un centinaio di MW in avanzato stato di costruzione che rientrano in questa categoria, e su molti di questi era previsto venissero montati pannelli Helios. La norma sostanzialmente ci impedisce di accedere alle tariffe incentivanti per tutti questi campi, con un danno che sarebbe incalcolabile, ed è chiaramente incostituzionale».
La protesta dovrebbe sfociare in una grande manifestazione a Roma; nel frattempo i sindacati incitano alla battaglia: «A seguito dell'ennesimo provvedimento del Governo Italiano che boicotta nuovamente e con precisione l'intera filiera italiana del fotovoltaico, i lavoratori e Fim, Fiom e Uilm scendono in piazza per respingere con forza questa scelta che se non fosse drammatica per l'intero settore, suonerebbe come l'ennesima presa in giro».
Il ritrovo è domani, alle 9, nel piazzale della Helios; ci saranno anche i lavoratori di Solon, Ecoware, X Group e Ambrasol; poi corteo fino al comune di Carmignano. «Questo nuovo conto energia – insiste Bonato - crea ulteriori danni al settore, già provato dalla politica del precedente Governo. La legge non doveva essere retroattiva ma guardare al futuro, facendo così va a finire che in Italia non si investe più perché non conviene e si preferirà andare all'estero, puntando sul sole dei paesi africani».
Kerself aveva dato fiato alle speranze dei lavoratori del distretto, passati attraverso mesi di incertezza e angoscia. La nuova frontiera potrebbe essere l'Africa, bye bye Italia. «In Senegal Kerself ha messo qualcosa come 33 milioni di euro. Si va a determinare un'incertezza nel settore, e questa incertezza rende problematici gli investimenti». Crisi drammatica, ci sono le risorse per il fotovoltaico? O è una scelta obbligata? Bonato è netto: «Le risorse ci sarebbero: i soldi individuati per le energie rinnovabili, che finora sono 35 miliardi di soldi pubblici, sono finiti per gestire e costruire inceneritori».
Silvia Bergamin
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