Frode fiscale e riciclaggio internazionale: sequestrati 7 milioni di euro, 13 aziende coinvolte

L’operazione della Finanza, partita da Rovigo, ha interessato anche le province di Padova e Venezia. Dodici le persone indagate, sigilli anche a orologi di pregio e gioielli

La Finanza davanti a una delle aziende coinvolte nell'inchiesta
La Finanza davanti a una delle aziende coinvolte nell'inchiesta

La Guardia di Finanza di Rovigo, coordinata dalla Procura polesana, ha sequestrato a Lusia una società tessile e beni per oltre 7 milioni di euro, nell'ambito di un'inchiesta in cui sono indagate 12 persone accusate di associazione a delinquere, frode fiscale, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio e relativi illeciti amministrativi.

L'operazione ha interessato le province di Rovigo, Padova, Venezia, Latina e Roma, dove sono state effettuate 20 perquisizioni.

Secondo l'ipotesi accusatoria gli indagati, che avevano anche ramificazioni all'estero erano gestiti da un 70enne di Cavazzana di Lusia (Rovigo), titolare di due Srl del settore tessile, una delle quali fallita, e di una società immobiliare a Stanghella (Padova). Gli altri indagati sono un 41enne di Lusia, consulente amministrativo a Rovigo e proprietario di una ditta di fabbricazione di infissi e di una Ltd che si occupava di servizi alle imprese, con sede in Inghilterra.

Coinvolto anche un avvocato di 66 anni di Rovigo, un 56enne di Rovigo, direttore della ltd e di un'altra società di attività finanziaria a Sofia (Bulgaria); un 40enne di Polesella, titolare di una fabbrica di giocattoli.

E ancora un 87enne di Lendinara che avrebbe fatto da prestanome alla società tessile fallita; un 68enne di Rovigo e un 74enne di Costa di Rovigo entrambi prestanome dell'altra azienda tessile ancora attiva; un 64enne di Fossò (VE), a capo di una azienda di servizi alle imprese con sede in Svizzera; un 62enne di Terracina (LT), direttore di una Ltd di attività finanziaria con sede in Inghilterra; un 37enne di Roma, amministratore di una S.r.l. di di produzione di software; un 59enne di Padova, prestanome della ditta del settore immobiliare di Stanghella.

I finanzieri hanno scoperto che, al fine di consentire alla ditta tessile di Lusia, poi fallita, di pagare meno imposte anche attraverso la costituzione di crediti Iva fittizi, le società coinvolte, compresa quella londinese, avrebbero emesso fatture false per milioni, denaro che con la complicità dell'avvocato indagato veniva reimpiegato da altre società del sodalizio anche con riciclaggio.

Agli indagati sono contestati 68 capi d'accusa e sono stati loro sequestrati un complesso aziendale, composto da capannone, attrezzature, materie prime, prodotti lavorati, crediti, disponibilità monetarie e 3 autocarri; 3 abitazioni nel Rodigino e una nel Veronese; un terreno agricolo; orologi di lusso, gioielli e monili preziosi e conti correnti bancari.

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