Fu colto da malore e venne licenziato Fidia condannata
abano terme. Da sei anni lavorava nel reparto marketing di Fidia Farmaceutici spa con le funzioni di business analyst. Il 18 ottobre 2017 si era sentito male dopo aver consegnato un importante progetto in scadenza quel giorno al quale aveva lavorato anche la notte. Era uscito dall’azienda e si era fatto accompagnare nell’ambulatorio del medico di base dal fratello. Due giorni dopo è arrivata la contestazione disciplinare. E il 7 novembre il licenziamento in tronco. Un licenziamento inaccettabile per M.F., 37enne, che ha avviato una causa. E il giudice del lavoro padovano Francesco Perrone gli ha dato ragione. Licenziamento annullato. E Fidia condannata a reintegrare il lavoratore oltre a pagare un’indennità come risarcimento e 5 mila euro di spese. Una vittoria per il dipendente tutelato dall’avvocato Francesca Varotto Zannini e dal collega Giovanni Finocchiaro. Nel corso della sua carriera l’impiegato non aveva mai ricevuto una contestazione sul suo operato. Nell’ultimo periodo i carichi di lavoro – come evidenziato nel ricorso al giudice – erano diventato più pesanti tanto da dover affiancare un superiore per supplire alla mancanza di una responsabile in maternità. Massacrante l’orario di lavoro oltre le 10 ore quotidiane prima in azienda poi a casa fino a notte. Quel 18 ottobre alle 9.30, dopo aver consegnato un importante progetto in scadenza quel giorno, redatto nel corso della notte, M.F. era stato colto da malore durante una riunione in Fidia. Nausea, tremore, vomito ed emicrania i sintomi. Da qui la decisione di andarsene per rivolgersi al medico. Un familiare aveva comunicato la malattia all’azienda inviando il numero di protocollo del certificato Inps che indicava la prognosi fino al 23 ottobre poi prolungata al 10 novembre. Fidia aveva contestato l’abbandono del posto di lavoro prima di licenziare. I legali hanno replicato che si trattava di un allontanamento legittimo e ampiamente documentato. Una tesi accolta in pieno. —
Cristina Genesin
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