Galan e la moglie indagati per i bagni spariti

La Procura di Rovigo mette entrambi sotto inchiesta per termosifoni e sanitari portati via da villa Rodella, sottoposta a sequestro

CINTO EUGANEO. Sottrazione e danneggiamento di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa. È l’accusa che la procura di Rovigo muove a Sandra Persegato, 42 anni, moglie di Giancarlo Galan, in merito alla sottrazione di beni strutturali di villa Rodella a Cinto Euganeo, dove la coppia abitava, dimora sottoposta a sequestro preventivo del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Venezia il 31 maggio 2015 e confiscata con sentenza (passata in giudicato) il 16 ottobre.

Ieri pomeriggio Sandra Persegato, tutelata dall’avvocato Mauro Zandolin, è stata interrogata dal procuratore capo di Rovigo, Carmelo Ruberto come persona sottoposta a indagini. Oggi pomeriggio, sempre il procuratore Ruberto, interrogherà il marito, Galan, che arriverà a Palazzo di Giustizia assieme al suo legale di fiducia Nicolò Ghedini. L’accusa li vede responsabili, in concorso, di aver sottratto, disperso o deteriorato diversi beni dell’abitazione di via Dietro Monte 19 a Cinto.

La vicenda era venuta a galla nell’ottobre scorso: i coniugi Galan erano stati costretti a lasciare villa Rodella, confiscata, per trasferirsi a Rovolon. All’indomani i funzionari dell’Agenzia del demanio che, assieme ad alcuni finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Venezia (gli stessi che hanno condotto le indagini sulla corruzione per il Mose), sono entrati nella lussuosa residenza un tempo di proprietà dell'ex governatore del Veneto, hanno fatto la scoperta. Dalla bella villa che sorge a due passi dal Monte di Lozzo Atestino non erano spariti solo gli arredi, ma risultavano staccati da muri e pavimenti anche i sanitari (lavelli e water dei bagni), i termosifoni dalle numerose stanze e i caminetti. Non una devastazione vera e propria, ma la casa non era più abitabile. Per staccare sanitari e caminetti, sono saltate piastrelle e anche qualche pezzo di intonaco si è staccato. Non solo: mancando completamente i caloriferi, l'impianto di riscaldamento non funziona e, quindi, la casa non è riscaldata. Anche nel grande giardino, dove ci sono almeno due fontane, sarebbero stati asportati alcuni pezzi.

La splendida villa di Cinto è proprietà dello Stato in modo definitivo da quando la sentenza di patteggiamento a due anni e dieci mesi per Galan è passata in giudicato, essendo stato respinto il ricorso della sua difesa dalla Corte di Cassazione. Nell’ultimo periodo prima del trasloco a Rovolon, ai Galan è stato permesso di abitare, ma la villa non era più loro. E la normativa sulle confische degli immobili è chiara: devono essere lasciati in modo che siano abitabili. Se, per ipotesi, il proprietario che lascia vuole portarsi via un rubinetto prezioso può farlo, ma al suo posto deve montare un rubinetto ordinario. Nell’ottobre scorso Galan aveva scritto in procura a Venezia dicendo che voleva sistemare la villa com’era prima.

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