Gara Tpl, nuovo ricorso di BusItalia contro Atv C’è il rischio slittamento

Ricorsi e contro-ricorsi. La gara per il trasporto pubblico torna sulle scrivanie del Tar per un nuovo ricorso di BusItalia Veneto contro l’ammissione del gruppo guidato dai veronesi di Atv. Secondo l’attuale gestore infatti l’azienda scaligera non avrebbe avuto i requisiti per partecipare al bando e, anzi, avrebbe “sanato” la propria situazione dopo la scadenza dei termini. Anche i veronesi però avrebbero presentato un ricorso incidentale contro BusItalia.
La guerra di “carte bollate” dunque rischia di far ritardare ancora l’affidamento per 9 anni della gestione del trasporto pubblico che, teoricamente, dovrebbe scattare dal settembre 2019. Più realisticamente se ne parlerà nel 2020.
Ricorso di BusItalia
L’azienda che oggi gestisce bus e tram a Padova, partecipata al 55% dal gruppo Ferrovie e al 45% del Comune di Padova, ha contestato l’ammissione alla gara del gruppo capeggiato da Atv, cioè l’azienda di trasporti di Verona (che per il 50% appartiene a FNM, società della Regione Lombardia). Assieme ai veronesi si sono consorziati Atvo e La Linea spa: la prima è la società che gestisce il trasporto pubblico nel Veneto Orientale, la seconda si occupa di bus turistici e di subappalti.
Due le contestazioni: Atvo è gestore di un servizio “in house” (quello del Veneto Orientale, appunto) per cui non è ancora stata fatta una gara. Ragion per cui non potrebbe partecipare ad altre gare. In più il gruppo avrebbe presentato alcuni documenti oltre i termini previsti. BusItalia dunque chiede che il gruppo venga escluso. La parola ai giudici amministrativi. Ma con i loro tempi.
già una bocciatura
C’è da dire che, nei primi mesi del 2018, BusItalia aveva già presentato un ricorso preventivo sulle condizioni della gara, gestita dalla Provincia anche per conto del Comune di Padova. L’azienda contestava soprattutto il fatto che nel bando non fosse previsto che le aziende partecipanti debbano provare la loro capacità tecnico-organizzativa per gestire una linea di tram. Ma il Tar aveva giudicato il ricorso «inammissibile».
Il terzo incomodo
Dunque la gara è andata avanti. Oltre a BusItalia e al gruppo veneto di Atv, il terzo incomodo è quello emiliano di Tper. Il bando prevede un compenso da 39 milioni e 287 mila euro all’anno per una concessione lunga 9 anni. Il vincitore dovrà gestire 22 milioni di chilometri di trasporto pubblico: 7,2 in città e 14,8 in provincia. E ovviamente anche il tram Sir1 di Padova. —
Claudio Malfitano
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