Garden e vivai riaprono In paese sono 230 le ditte

SAONARA

Sino a ieri, chiusi per lockdown, si sono arrangiati come hanno potuto, consegnando piante a domicilio anche per spese di pochi euro, pur di non perdere la clientela. Oggi però i garden e le aziende florovivaistiche, ben 445 in provincia, 230 solo a Saonara, tirano un sospiro di sollievo: la nuova ordinanza del governatore Zaia non esplicita che queste attività debbano rimanere chiuse. I cancelli dei vivai si sono quindi riaperti. «Nell’attuale contesto» osserva il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini «fa fede il Dpcm dello scorso 22 marzo, che di fatto autorizza garden e vivai a riaprire, purché la vendita rientri nel codice Ateco 01, ovvero piante prodotte dagli stessi agricoltori. Vanno garantiti il distanziamento di sicurezza e l'utilizzo da parte degli operatori e dei clienti di mascherine, oltre a guanti o gel». Inizia un percorso, non breve, per rimettersi in piedi. «Purtroppo non si contano gli ordini disdetti, soprattutto dall’Alto Adige e dalla zona dei laghi lombardi. Questo, fino all’anno scorso, era il periodo buono per i fiori da balcone con i quali venivano abbelliti i terrazzi degli hotel, oggi però chiusi. Stiamo lavorando a regime ridottissimo, un quarto rispetto alla scorsa primavera» così Vito Cacco, titolare dei Vivai Cacco di Saonara «Chiediamo maggiore chiarezza alle istituzioni; è necessario inoltre redigere un piano di ampio respiro per far ripartire il comparto. L’obiettivo è tentare di salvare la stagione estiva».

«Oggi, finalmente, è stata una giornata felice, in termini professionali» sottolinea Mauro Borella, titolare di Vivai&Garden Borella di Cadoneghe «Questa emergenza sanitaria ci ha insegnato che siamo tutti chiamati a tentare di battere nuove strade per rimanere competitivi, sul mercato. Ci auguriamo una seppur lenta, ma costante, ripresa». ––

Patrizia Rossetti

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova