Genitori e compagni, abbraccio in chiesa

Faccia a faccia, oggi, tra l’avvocato Eraldo Stefani e alcuni dei compagni di classe di Domenico Maurantonio, all’indomani del riavvicinamento tra i compagni di classe e la famiglia del ragazzo morto un mese fa. I sentimenti uniscono, ma l’inchiesta sembra ancora “dividere”. Il legale fiorentino, giunto in città ieri, ha convocato per stamane all’Istituto di Medicina legale di Padova alcuni liceali: vuole interrogarli nell’ambito delle indagini difensive. Oltre a loro potrebbero essere sentiti, di nuovo, alcuni dei tre docenti che avevano partecipato alla tragica visita di studio all’Expo di Milano, avvenuta tra il 9 e il 10 maggio scorso e finita con la morte di Domenico, caduto da un finestra del quinto piano dell’hotel da Vinci dove alloggiavano le due classi del Nievo (la quinta E, la classe della vittima, e la quinta F). Si presenteranno all’interrogatorio i ragazzi? Oppure diserteranno l’incontro visto che sono già stati sentiti in diverse occasioni dagli inquirenti? Se lo faranno, il legale potrà chiedere al magistrato titolare dell’indagine (il pm milanese Claudio Gittardi) l’audizione coatta. Il legale è intervenuto ieri sera alla trasmissione di RaiTre “Chi l’ha visto?”, che ha dedicato un lungo servizio alla vicenda di Domenico. L’ha fatto ostentando sicurezza, affermando che in seguito al ritrovamento delle tracce di Dna sotto le unghie del ragazzo è già stato isolato il profilo genetico di un ragazzo, e aggiungendo che la verità è ormai vicina e che quella verità «farà molto male ai genitori, farà molto male ai compagni e farà male alla scuola. I compagni di Domenico devono essere pronti ad affrontare un dolore pari a quello che la famiglia sta già provando».
L’inchiesta è dunque in una fase cruciale. Un’unica certezza: non è stata una caduta accidentale, nel senso che Domenico non può aver avuto un malore vicino alla finestra ed essere precipitato. Nella camera 516 dell’hotel da Vinci, lui e altri quattro compagni “tirano tardi” e bevono. Vanno a dormire intorno alle 5.30. Alle 6-6.30, il 19enne si alza, esce nel corridoio e precipita.
Intanto ieri, a un mese esatto dalla morte, i compagni di Domenico si sono avvicinati ai primi banchi e in fila, uno dopo l’altro, sono andati a salutare i genitori al termine della messa in ricordo nella chiesa di Altichiero. Un riavvicinamento sentito, e voluto soprattutto: un abbraccio ideale tra ragazzi e famiglia voluto da loro, i compagni di liceo. Ieri dunque è stata una giornata interamente dedicata al ricordo di Domenico. A partire dalla messa fino ai lumini in suo onore, poggiati la sera sui davanzali di tante finestre, compresa quella di via Orolo 10 dove abitava Domenico e dove rimangono oggi i genitori, Antonia e Bruno. E nella parrocchia della Maternità della Beata Vergine di Altichiero questa volta c’erano tutti. C’era la famiglia di Domenico, c’erano gli amici del quartiere, i professori del Nievo, la preside Maria Grazia Rubini, e c’erano anche loro: i compagni di classe. Il parroco, don Lorenzo Parolin, ha ricordato Domenico: «Perdere le persone che amiamo è tra le esperienze più laceranti della vita», ha detto il sacerdote, «Un conto è congedarsi da una mamma, una nonna, di 92 anni, un conto è vedersi strappare, e per di più senza ancora una ragione, un figlio di 19 anni, l’età dei sogni e delle promesse». Alle 21.30 è stato il momento dei lumini. Diverse case nel quartiere di Altichiero, hanno messo sui davanzali delle fonti di luce: piccole candele, lumini soprattutto. Anche i genitori del giovane hanno aderito all’iniziativa, lanciata dal gruppo Facebook “Verità e giustizia su Domenico Maurantonio”. Puntuale la mamma di Domenico ha messo fuori dalla villetta il suo lumino. Intanto oggi al Nievo usciranno i tabelloni con le ammissioni agli esami di maturità. Il nome di Domenico non apparirà ma ai genitori sarà comunque consegnata la sua pagella.
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