«Già querelati i diffamatori»
Gli attribuiscono un interesse personale, Bellot: «Ora valuteranno i giudici»

Bellot Romanet Sopra, la seduta del consiglio sulla «moschea»
PIAZZOLA.
Non si fermano i veleni sul caso «moschea», che da un paio di mesi continua a scaldare gli animi e divide il paese. La denuncia-querela contro le illazioni di tornaconto personale è già partita. Il capogruppo del Mondo di Piazzola, Federico Bellot Romanet, aveva già dato mandato in questo senso al suo legale ancora prima del consiglio comunale di lunedì scorso. Lo ha reso noto pubblicamente solo durante la seduta per il rispetto delle istituzioni, chiarisce il politico locale, ma l'iter era già partito nei giorni precedenti. Subito dopo che l'esponente del Pdl locale Carlo Sandrin aveva pubblicato su Facebook frasi ritenute diffamatorie. «Non so se materialmente sia già stata depositata la querela da parte del mio avvocato - riferiva ieri Bellot Romanet - ma di sicuro la cosa va avanti. E su questo non intendo fare un passo indietro. Ho già conferito il mandato a procedere e consegnato tutta la documentazione in merito, perché ora è doveroso che sia la magistratura a fugare ogni dubbio e a stabilire se le accuse siano state mosse sul piano personale o su quello politico. Certo che sta poco in piedi la scusa dell'attacco politico per nascondere calunnie vere e proprie». Sandrin su Facebook, sia sulla sua bacheca che su quella del gruppo del Pdl di Piazzola, aveva avanzato la teoria del complotto su come siano andate le cose in ordine al centro culturale islamico, che sorgerà nelle ex scuole elementari di Presina. Parla di interessi personali e provvigioni, ma si difende appellandosi all'uso strumentale e fuori contesto delle sue affermazioni. «Le dichiarazioni di Bellot Romanet e le citazioni parziali riportate - sostiene Sandrin - non rimandano direttamente ed unicamente a lui. Sono sempre espresse in termini politici e riferite ad una vicenda che vede come attori diversi soggetti tra cui l'amministrazione comunale, Bellot stesso ed il venditore dell'immobile. Nel parlare di profitto economico - precisa ancora Sandrin - il rimando è alla vendita dell'immobile dove la moschea sorgerà e a chi, vendendo appunto, in questa operazione ne ha tratto un guadagno. Se Bellot si sente di autocitarsi, evidentemente ne risponderà a se stesso ed in sede elettorale, quella che per noi conta, a quel che rimane del suo elettorato. Resta chiaro il disperato tentativo del consigliere Bellot di aggrapparsi a tutto pur di camuffare il clamoroso autogol politico». Sulle valutazioni politiche, Bellot liquida la faccenda come «frutto di argomentazioni deliranti»; ma sul piano personale non transige e va avanti per la via giudiziaria contro Sandrin, che tra l'altro, alle scorse amministrative, correva con lui prima di allontanarsi quando Varini ha rotto con il Mondo. La teoria del profitto e del complotto non si ferma comunque alla comunità virtuale. Durante il consiglio comunale di lunedì sera nel patronato del Duomo, davanti ai 400 che gremivano la sala, sono stati distribuiti dei volantini di Rinascimento piazzolese, dove vengono riportati, in opportuna chiave politica, gli stessi passaggi dell'intervento del capogruppo Michele Varini che parla di «truffa dei bussolotti».
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