Giordani per il Tar si affida ad Antonini

«Non importa che sia un gatto bianco o un gatto nero, finché cattura topi è un buon gatto». È una delle citazioni più note attribuita a Deng Xiaoping. Ora non che Sergio Giordani e la sua squadra siano diventati improvvisamente maoisti, ma nessuno ha battuto ciglio ieri in giunta nell’affidare al professor Luca Antonini, docente di diritto costituzionale al Bo ma soprattutto super-consulente di Massimo Bitonci e Luca Zaia, il nuovo ricorso al Tar sul fondo di solidarietà comunale per il 2018, dopo la battaglia vinta in Consiglio di Stato che ha assicurato maggiori entrate fiscali a Palazzo Moroni per circa 8 milioni di euro.
E i protagonisti di questa vittoria sono stati proprio l’avvocato Antonini e i colleghi Giacomo Quarneti e Federica Scafarelli. Tutti ottimi felini, se vogliamo dirla alla cinese. Saranno loro infatti, per conto di Palazzo Moroni, anche ad occuparsi della “riscossione” degli 8 milioni dovuti per gli anni scorsi che potrebbero arrivare per via giudiziaria o attraverso un accordo “in bonis” con il Ministero dell’Economia.
Il primo ricorso al Tar, voluto dall’amministrazione Bitonci su input dell’allora assessore al bilancio Stefano Grigoletto, ha “scardinato” il meccanismo del fondo di solidarietà che penalizzava i comuni virtuosi, con il bilancio in regola e con gli estimi catastali aggiornati. Come Padova, appunto.
Il nuovo ricorso viene presentato adesso perché il riparto del fondo di solidarietà per il 2018 è stato pubblicato solo lo scorso 7 marzo (tre giorni dopo le elezioni), con un ritardo di cinque mesi sul termine fissato dalla legge.
I tre legali avranno quasi 26 mila euro di onorario. Soldi ben spesi, si dirà, «finché catturano topi».
Claudio Malfitano
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