Giro d'Italia 2021, i magnifici sette giorni a Nordest

Da Verona a Rovereto, passando per il mare di Grado e la tappa delle due città riunite a Gorizia. Zoncolan, Marmolada, Giau, Sega Ala: chi uscirà in rosa dal terribile poker sarà a un passo da Milano

Egan Bernal, il campione atteso
Egan Bernal, il campione atteso

TREVISO. Sette giorni a Nordest. No, nessun film o nuovo libro in uscita, ma una prospettiva di grande sport nel mese di maggio. Ovviamente nella speranza che l’attenuazione della morsa del virus più che il diffondersi dei vaccini consenta di andare sulle strade ed applaudire i corridori, stavolta sì come segno di speranza e rinascita. Perché un Giro a porte chiuse e assediato dal virus lo scorso ottobre è abbondantemente bastato.

Il Giro d’Italia 2021 sarà presentato solo mercoledì 23 febbraio, segno evidente di come la pandemia complicherà ancora la vita anche al grande ciclismo, ma sappiamo già che la lunga parentesi a Nordest sarà sontuosa per quel mix di tradizione e innovazione nei percorsi scelti che assicura già ora uno show di alto livello.

E per gli appassionati della Marca c’è una data su tutti da segnarsi sul taccuino del grande ciclismo: sabato 22 maggio quando è in programma la tappa Cittadella-Monte Zoncolan. Le tappe e tappe a Nordest saranno decisive. Insomma, chi mercoledì 26 maggio uscirà in maglia rosa dalle “forche caudine” della tappa con arrivo a Sega Ala, sopra Rovereto, avrà grandi possibilità di tenerla fino a Milano.

L'arrivo di tappa sullo Zoncolan nel 2019
L'arrivo di tappa sullo Zoncolan nel 2019

Il sommo poeta

Si entrerà a Nordest venerdì 21 maggio dalla Romagna, più precisamente da Ravenna. Fino a quel momento i corridori avranno affrontato due cronometro (quella iniziale di Torino e quella più impegnativa di Perugia tre giorni prima), l’arrivo in salita di Sestola, i muri di Ascoli, il Gran Sasso e gli insidiosi sterrati toscani di Montalcino. Prove ardue, non impossibili.

Ergo: classifica aperta tra i big che al Giro 2021 si annunciano in gran numero (Bernal, forse Evenepoel ma ha guai fisici, Quintana, Nibali, Hindley, Pinot, ma non l’ultima rosa d’autunno Geoghegan Hart). Ravenna-Verona, omaggio obbligato a Dante a 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Passaggio probabile, ma obbligato a Mantova, dove Learco Guerra nel 1931 indossò la prima maglia rosa. Arrivo? Volatona cucita apposta sulla classe del veronese Elia Viviani, che prepara l’anno del riscatto e sogna il bis olimpico a Tokyo in agosto. Tradizione, omaggio ai grandi dell’Italia, alla storia del Giro: inizio perfetto della cavalcata a Nordest.

Quello scatto di Pantani

Ed eccoci a sabato 22 maggio: Cittadella-Monte Zoncolan, in oltre 200 km e la salita di Monte Rest tra pianura e Carnia come aperitivo, uno degli esami più duri per i girini. Diciotto anni dopo il debutto lo Zoncolan torna alle origini: si scalerà il versante di Sutrio dove Simoni nel 2003 trionfò in rosa e dove Marco Pantani, ispirato dalle pendenze da capogiro diede l’ultimo segno di classe prima di inabissarsi. Come anticipato, si passa per la Marca: si passa per Castelfranco, Riese, Altivole, Montebelluna, Volpago, Giavera, Arcade, Spresiano, Susegana, Conegliano, Godega, Orsago e Cordignano, prima di arrivare in Friuli. Previste fughe, ovviamente.

Marco Pantani, il Pirata sfortunato
Marco Pantani, il Pirata sfortunato


La nuova Europa

Gorizia e Nova Gorica, fino a vent’anni fa divise da un muro al centro d’Europa. Ora Piazza Transalpina, un tempo specchio di due mondi sarà teatro di un finale transfrontaliero da classica del Nord con salita di Vipulzano da scalare tre volte in un circuito spettacolare dopo la partenza dal mare di Grado. Ecco il menù di domenica 23 maggio nella città capitale europea della cultura 2025.


La leggenda delle Dolomiti

A casa del Giro, sulle Dolomiti, martedì 25 maggio. Sacile-Cortina, finale obbligato: Marmolada, Pordoi, Giau. Attenzione si passa su strade mitiche, si attraversano valli devastate solo tre anni va dalla tempesta Vaia (i segni sono ancora visibili, tanto che per affrontare il Fedaia non si transiterà attraverso gli spettacolari e impegnativi Serrai ancora segnati dal disastro) e località turistiche ferite da un inverno con mai così tanta neve ma senza turisti tenuti lontani dal maledetto virus. Qui il Giro porterà tanta speranza.


La coltellata ai big?

Giorno di riposo a Canazei e poi via verso il Trentino. Sega Ala, 11.5 km pendenza media del 9,7%. Nibali si involò lassù per vincere il Giro del Trentino 2013. Vedremo cosa ci avranno messo prima di questa severa salita finale sopra Rovereto gli organizzatori di Rcs, un po’ di suspense ci vuole, ma l’ultima tappa tutta triveneta sa di giudizio finale o quasi. Non saranno finite le montagne il 26 maggio, mancheranno Alpe di Mera e Madesimo, all’ombra di Monte Rosa e Spluga, ma chi pedalerà in rosa a Ovest vedrà davvero Piazza del Duomo più vicina.

Bernal, occhiolino alle Dolomiti

«Mi sarebbe piaciuto tornare al Giro, ma andrò al Tour, è la corsa più grande». Nemmeno il tempo d’essere presentato che il Giro 2021, che partirà l’8 maggio da Torino con una crono disegnata per Filippo Ganna, perde il campione uscente, Tao Geoghegan Hart. Niente Tao? Tranquilli, un altro Ineos ha annunciato la sua presenza: Egan Bernal, il re del Tour del 2019 out la scorsa estate per i guai alla schiena. Se sarà al massimo, occhio, nei sei giorni a Nord-Est le Dolomiti fanno gola al suo talento.

Egan Bernal, il campione atteso
Egan Bernal, il campione atteso

Il resto del tracciato? Altre due crono, Perugia a metà gara e Milano l’ultimo giorno, montagne sin dal terzo giorno con la tappa di Sestola, e pure gli sterrati senesi. Inutile dire che, dopo l’edizione 2020 spostata in autunno per la pandemia e rincorsa per tutte e tre le settimane da sud a nord dalla seconda ondata, l’incognita più grande sarà sempre quella del virus. È ormai chiaro: sarà impossibile vaccinare i corridori (al momento solo quelli dell’Uae, team battente bandiera degli Emirati sono stati vaccinati) e staff dell’organizzazione, figurarsi il pubblico. E allora? Proprio il Giro in ottobre, grazie a un’organizzazione, alla luce anche degli accadimenti successivi, impeccabile ha fatto da apripista. Si ricostituirà la “bolla” .

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