Da Padova l’appello dei giuristi: «Stop agli accordi con Israele»

L’assemblea ha votato un documento di condanna delle «gravissime violazioni» di Israele in Palestina, sollecitando la sospensione di ogni accordo con istituzioni israeliane coinvolte

Edoardo Fioretto

È stato un fuoriprogramma, ma dal peso specifico enorme. E come spesso accade, in questi casi, è arrivato in modo del tutto spontaneo. Alla fine del ciclo di conferenze degli scorsi due giorni della Società italiana di diritto internazionale (Sidi), l’assemblea dei giuristi ha votato un documento di denuncia delle «gravissime e ripetute violazioni commesse da Israele nel Territorio palestinese occupato».

Una presa di posizione che di per sé già basterebbe per dimostrare quel peso specifico enorme, e dimostra lo spessore del mondo accademico. Ma che non si è limitata a questo. In calce al documento votato per consensus (ossia, senza obiezioni) i giuristi hanno posto anche un sollecito diretto «alle autorità competenti» e «alle istituzioni accademiche e gli enti di ricerca».

Con una richiesta semplice, seppur articolata su tre punti tecnici: «sospendere ogni accordo con le istituzioni israeliane che contribuiscono al perpetrarsi delle gravi violazioni del diritto internazionale».

Si è trattata di una risposta che potrebbe apparire come naturale al tema della pace trattato in questi giorni a Padova, tra gli incontri con giuristi di altissimo livello. Tema centrale della conferenza (tornata in città dopo 25 anni), è stata per l’appunto la pace, «come bene supremo del diritto internazionale e dell’Unione europea».

Cinque diverse sessioni (dalle sfide democratiche per la pace, al dialogo interreligioso come strumento di conciliazione), venticinque i relatori. Tra questi anche l’ex presidente (e ora membro del collegio) della Corte internazionale di giustizia Yusuf Abdulqawi Ahmed, che ha esortato a cercare sempre soluzioni di pace «attraverso gli strumenti del diritto, con l’applicazione di norme di diritto internazionale, e mai come soluzioni da realizzare a tutti i costi», riporta il professore di Diritto internazionale Andrea Gattini, organizzatore del convegno al polo di Psicologia di via Venezia.

Proprio l’importanza del convegno è stata riconosciuta anche dal Presidente della Repubblica, che ha inviato un messaggio agli organizzatori. «Le popolazioni civili sono vittime di conflitti armati senza regole e senza misura, in aperta violazione del diritto internazionale umanitario», ha scritto. Un riferimento non casuale, che si inserisce nella presa di conoscenza della società delle atrocità che stanno avvenendo in Palestina.

L’assemblea si è detta «gravemente preoccupata» per l’effettivo rispetto di Israele delle ordinanze della Corte internazionale di giustizia del 2024, che chiedeva allo stato ebraico di prevenire ogni tentativo di commettere un genocidio, di consentire alla popolazione di accedere agli aiuti umanitari, e cessare ogni operazione militare a Rafah.

La stessa assemblea è quindi arrivata a sollecitare le azioni contro Israele. Chiedendo oltretutto di «assumere ogni iniziativa necessaria per contrastare le azioni illecite commesse dalle autorità israeliane a Gaza», e «sospendere gli accordi di cooperazione o collaborazione» con «gli enti israeliani che contribuiscono al perpetrarsi delle gravissime violazioni del diritto internazionale».

Richieste di boicottaggio, specialmente in ambiente universitario, erano state avanzate da alcuni collettivi studenteschi padovani gli scorsi mesi. Richieste arrivate anche in senato accademico, ma mai approvate. Ad oggi solo l’università di Palermo e la Statale di Milano hanno già stracciato gli accordi con gli atenei israeliani. Per contro l’ateneo padovano è il primo ad avere direttamente espresso solidarietà per la popolazione di Gaza, e una dura condanna all’operato di Israele.

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