Grantorto, il giorno dei perché «Emanuele era un trascinatore»

GRANTORTO. «Torna da me, ti prego». Benedetta non riesce a darsi pace: la morte del fratello gemello, Emanuele Gallio, la lascia in una dimensione sospesa. «Torna da me, ti prego», è tutto quello che riesce a scrivere su facebook: una frase che unisce disperazione, preghiera e richiesta di aiuto.
In queste ore la famiglia del 22enne di Grantorto spentosi all'alba di sabato mattina sta facendo i conti con la domanda di chiarezza: perché un ragazzo sano, dinamico, che giocava a calcio, senza alcun problema di salute, che ha sempre passato senza problemi le visite sportive, è morto nel sonno? Cosa può essere successo? «Siamo in attesa dell'autopsia», spiega Benedetta. Gli esami dei medici cercheranno di fare luce, poi arriverà il nulla osta da parte dell'autorità giudiziaria alla sepoltura e verrà fissata la data del funerale. «Stamattina dovrebbero dirci qualcosa», aggiunge la gemella. Emanuele viveva in via Giassara a Grantorto con papà Pierluigi, che lavora alle ferrovie di Vicenza, mamma Marilisa Parlato, casalinga, la gemella e i fratelli Alessandro, 28 anni, Daniele, 27, e Alberto, il più piccolo, di 16, con il quale condivideva la stanza. Sabato mattina il padre, che era andato a svegliare il fratello, ha trovato il figlio in una posizione innaturale: era freddo, non respirava. Subito ha lanciato l'allarme, i medici del pronto soccorso hanno cercato di rianimarlo, ma non c'è stato nulla da fare. La sera prima era stato all'allenamento di calcio con la squadra del paese: giocava in seconda categoria, lui era un attaccante, un trascinatore in campo e fuori, che si buttava su tutte le palle e non aveva paura di nulla. Un allenamento tranquillo, senza problemi; alla fine, la classica spaghettata e poi il rientro a casa, con un amico, verso le 23.30. All'alba, il dramma.
Per Grantorto è stata la domenica dello sgomento: una comunità addolorata, silenziosa, ferma, orfana dell'energia di questo ragazzo, che era nel cuore del dinamismo paesano, attivo e vivace. L'assessore Mauro Marcon sottolinea «la sua straordinaria capacità organizzativa, la dote di mettere in moto energie e coinvolgere in un progetto comune. Con i suoi amici dell'associazione “Made” Emanuele era stato in grado di organizzare una festa eccezionale l'ultimo dell'anno, agli impianti sportivi sono arrivate 1500 persone, è stato un momento straordinario. Siamo stati felicissimi, come amministrazione comunale, di vedere i nostri giovani impegnati a promuovere questo evento e a rendere vivo il nostro paese». Una famiglia generosa, quella di Emanuele. Il parroco, don Luigi Dalla Bona, già sabato sera alla messa prefestiva aveva annunciato la disgrazia che aveva colpito all'alba la famiglia Gallio: «È mancato Emanuele, un ragazzo in gamba, che ha dato il suo contributo anche in parrocchia». La tragedia colpisce «una famiglia ben inserita nella nostra comunità. La data del funerale non è stata fissata, ma nel frattempo stiamo accanto a lui e alla sua famiglia nella preghiera, non lasciamoli soli».
Arrivati a Grantorto nel 2003 da Vicenza, i Gallio si sono subito ben inseriti. Una volontaria ricorda il progetto “Crescere in famiglia oggi” reso possibile grazie alla sensibilità della mamma di Emanuele, Marilisa, «che ha messo a disposizione parte del suo tempo per aiutare le famiglie che soffrono. A partire dal 2008 abbiamo deciso di sostenere, con una decina di volontari, queste famiglie aiutando nei compiti una trentina di bambini, per lo più extracomunitari, un paio di volte a settimana».
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