Guerra e leggi razziali raccontate ai bambini da Elio che fu testimone

«Un giorno sono arrivato a scuola e, in classe, non c'erano più alcuni dei miei compagni. Non potevano più frequentare la scuola perché erano ebrei e la legge glielo vietava». Elio Maccato parla ai bambini dell'elementare Arcobaleno con grande naturalezza, come un nonno che narra una storia ai suoi nipotini. Siamo al centro socio culturale Sempreverde delle Cave, che grazie all'assessora Francesca Benciolini e alla scuola, ha accolto i giovani alunni per raccontare loro la storia del quartiere e di come è stata vissuta la seconda guerra mondiale.

«Noi non capivamo – continua Elio – Non capivamo perché il giorno prima giocavamo con i nostri amici e il giorno dopo non erano fra noi. Nessuno ci spiegava. Eravamo piccoli. Poi è arrivata la guerra e abbiamo capito: non tutto, ma c'era nell'aria un'atmosfera pesante, triste, di dolore. Prima questa idea della guerra era lontana, poi si è avvicinata fino all'uscio di casa. Qui, nel 1938, erano state costruite le caserme dalle quali partivano i reggimenti che andavano in Russia e dunque la vicinanza con i militari era quotidiana. Ricordo nitidamente quello che la guerra ha portato: fame e paura e noi bambini non dormivano». Poi si ferma, guarda le bambine e i bambini in viso, con un grande sorriso ma una determinazione che sembra fermare il tempo, conclude: « Per questo noi continuiamo a dire no alla guerra e siamo orgogliosi che ci sia scritto nella nostra Costituzione».

E' il tempo delle domande e sorprende l'acume di questi piccoli cittadini di domani: «cos'hai sentito quando hai saputo che era finita la guerra?», chiede uno, «ma quando eri a scuola e suonava l'allarme aereo, cosa facevate? - chiede un altro - Ma i tuoi amici che non potevano venire a scuola perché erano ebrei, sono andati nei campi di concentramento?». Elio racconta storie, episodi, frammenti di vita e sensazioni. I bambini sono attentissimi, catturati dal racconto ma anche molto preparati. Sanno bene cosa sono stati i campi di concentramento, non hanno paura, ma nei loro occhi si legge che considerano la guerra e ancor di più lo sterminio del popolo ebreo una grande ingiustizia. E così Elio non perde l'occasione di attualizzare la vicenda dell'Olocausto e fa un parallelo con i bambini che stanno vivendo la guerra in Siria: «quei bambini sono come voi, alcuni più piccoli e stanno vivendo quello che ho vissuto io. La guerra non è rilegata nei libri di storia, la guerra può essere un pezzo del presente e voi dovete fare di tutto per ripudiarla, come dice la nostra Costituzione». —

E. SCI.

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