«Ha cambi d’umore imprevedibili ma paga ogni mese»

Al campeggio di Poggioameno Di Chiazza vive in roulotte I conoscenti: «Ha bisogno di cure e di assistenza»
BELLUCO CAMPEGGIO POGGIO AMENO TEOLO
BELLUCO CAMPEGGIO POGGIO AMENO TEOLO

TEOLO. Al campeggio di Poggioameno sul colle Sengiari, sopra Tramonte, dove Alessandro Di Chiazza vive da anni all’interno di una roulotte nonostante sia titolare di due alloggi, uno ad Abano dove ieri notte si è consumata la terribile aggressione, e uno Savona, lo definiscono come un «soggetto particolare» Di certo c’è che ha bisogno di cure e di assistenza. «Passa circa sei mesi l’anno, soprattutto nel periodo invernale, in Brasile», fa sapere il presidente della cooperativa campeggiatori Padovani, Giorgio Fincato. «Con i pagamenti è stato sempre regolare, addirittura quando si assenta per lunghi periodi versa l’affitto della piazzola in anticipo. Sotto questo aspetto non possiamo dire nulla».

Di Chiazza in un momento di rabbia una sera di alcuni anni fa ha sfondato i vetri dell’auto di una ragazza parcheggiata all’interno del campeggio. «Ha repentini cambiamenti d’umore, ma per il resto non possiamo dire nulla contro di lui», aggiunge Fincato. «Anni fa aveva in progetto di costruire un campeggio a Savona, dove vive il padre, in un terreno che diceva essere di sua proprietà. Mi risulta che di quell’idea non se ne sia fatto nulla. Ultimamente arrivava quassù con un camper assieme a una donna. Lo parcheggiava fuori dalla recinzione del camping, non ho mai saputo perché. Non abbiamo mai preso provvedimenti per allontanarlo dal campeggio perché ci diceva che non sapeva dove andare a vivere».

«Le liti di Di Chiazza con gli albanesi per la questione dell’affitto arretrato negli ultimi tempi erano quasi quotidiane», racconta Ambrogio Trevisan, residente di via Monte Grande. «Ogni volta che passava a prendere la posta (Di Chiazza ha la residenza nell’appartamento affittato agli albanesi, ndc) lo sentivo inveire perché non riusciva a farsi dare i soldi». Ma gli albanesi negano questa versione e dicono di aver pagato regolarmente le due mensilità rimaste in sospeso, dopo che le prime quattro erano state scontate in cambio di lavori.

Nella palazzina al civico 3 di via Monte Grappa, su otto appartamenti la metà sono occupati da italiani. Tre sono abitati da albanesi e uno da indiani. La convivenza tra i vari condomini non è idilliaca, soprattutto con gli albanesi. «Non bisogna mai contraddirli e neanche guardali di storto», sbotta una signora che abita nel palazzo. «Ieri notte abbiamo vissuto momenti di terrore, nel trambusto si sono sentite urla e imprecazioni. Mai avrei pensato di trovare ieri mattina sangue sparso dappertutto».

Gianni Biasetto

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