I corvi del Vaticano raccontati da Nuzzi: «Nessun reato»

Dopo la condanna del «corvo» Paolo Gabriele, il racconto del giornalista Gianluigi Nuzzi alla Fiera delle Parole: «Continuerò a fare inchieste, ma scrivo solo se ho materiale»

PADOVA. Corvi e maggiordomi, secondo Gianluigi Nuzzi mancano solo i giardinieri nella «assurda vicenda che é nata dopo la pubblicazione del mio libro». Il giornalista del momento, la penna che ha fatto tremare il Vaticano con «Sua santità, le carte segrete di Benedetto XVI», a Palazzo della Ragione ha dato una lezione di giornalismo, ha spiegato l'abc di un'inchiesta. Ha raccontato come è nata la sua indagine su affari poco trasparenti, su accordi che dovevano rimanere segreti tra Governo e Vaticano, tra l'ex ministro Tremonti e il segretario di Stato Bertone, su carte che una mano ha sfilato dal tavolo del papa per infilarle nelle sue tasche.

Un patrimonio di documenti che hanno sollevato il velo che avvolgeva il palazzo di Benedetto XVI. Nuzzi ha subito sgombrato il campo dagli stereotipi: «Non è stato compiuto alcun reato, a meno che non lo sia il traffico di fotocopie». Poi un excursus sulla storia, sull'intreccio di rapporti tessuti tra i vertici del Vaticano e il Governo, sull'Opus Dei, su Comunione e Liberazione. Nuzzi ha cercato di risvegliare le coscienze, di spiegare il motivo per cui ha deciso di avventurarsi in un'inchiesta tanto difficile quanto delicata. Ha affermato di non essere un anticlericale, «perché la Chiesa non é il Vaticano», che era giusto rendere fruibile all'opinione pubblica ciò che si cercava di tenere nascosto.

Storia recente e cronaca, dall'irrisolto caso di Emanuela Orlandi, su cui Nuzzi sta indagando, al tanto famoso e deprecabile metodo Boffo. Nuzzi, oltre al racconto del contenuto del suo libro, ha spiegato alla platea come si è svolta la sua indagine, dai tentativi di depistaggio alle porte chiuse in faccia, agli incontri segreti, al timore di essere usato dalle proprie fonti. Ma non vuole che gli venga messa al petto alcuna medaglia: «Non amo i giornalisti che dicono di essersi pentiti delle indagini che hanno svolto, che urlano il timore di essere uccisi. Non l'ha ordinato il medico di fare questo mestiere». Poi un'esortazione a giovani cronisti a fare dell'inchiesta, della verifica delle notizie il proprio modus operandi. Nuzzi non ha rivelato se è quando uscirà il suo terzo libro: «Scrivo quando ho materiale. Fare una trilogia, Sua santità la vendetta, sarebbe una buffonata».

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