I dipendenti Dussmann si travestono da bidelli

I bidelli si rifiutano di accendere lo scaldavivande? Da oggi lo fa la Dussmann, la ditta fornitrice dei pasti per le scuole cittadine. È così che il Comune sta cercando di arginare il problema che si è presentato in diverse scuole elementari (nove su quattordici istituti comprensivi), tra cui le scuole Carraresi, Cesarotti, De Amicis, Mantegna, Alessandro Volta.
I bidelli, infatti, non vogliono più svolgere mansioni che per contratto non gli competono, ossia i cosiddetti servizi misti: distribuzione della merenda, accensione dello scaldavivande, prenotazione pasti e pulizia di tavoli, sgabelli e pavimenti. E se per le mansioni riguardanti le pulizie il Comune ha mandato nelle scuole gli operatori di una cooperativa, così non è stato per la distribuzione della merenda e l’accensione dello scaldavivande.
A rimetterci i bambini, che per le prime settimane di scuola hanno dovuto arrangiarsi a prendere lo spuntino di metà mattina e si sono dovuti accontentare di un pasto freddo. Ma almeno su quest’ultimo punto per ora l’amministrazione sembra essere corsa ai ripari. «I dipendenti della Dussmann accenderanno loro lo scaldavivande nelle scuole dove il personale Ata non lo vuole fare e per i genitori non ci sarà alcun sovrapprezzo», dice l’assessore alle politiche scolastiche Alessandra Brunetti, la quale sottolinea: «Non in tutte le scuole c’è questo problema, in molte i bidelli ci sono venuti incontro e hanno accettato il finanziamento di 40 mila euro da dividere tra i 14 istituti comprensivi per svolgere i servizi misti».
Secondo l’assessore alla base ci sarebbe un malcontento del personale Ata che andrebbe erroneamente a scaricarsi sul Comune: «Capisco l’arrabbiatura per lo stipendio basso, il sotto organico e tutto quello che ha portato la “Buona Scuola”, ma sbagliano a incanalare questa rabbia sull’amministrazione, che senza motivo mettono sul banco degli imputati. Invito tutti a una pacificazione», continua la Brunetti che a risposta dei genitori che chiedono indietro al Comune i soldi della merenda afferma: «Si tratta di 14 centesimi al giorno, 2,80 euro al mese, a questi prezzi sfido chiunque a comprare la merenda al supermercato».
Intanto Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico, e Antonio De Poli, senatore Udc Area Popolare sono intervenuti sulla questione con un’interrogazione parlamentare urgente, che chiede al governo come intenda intervenire. «Mi chiedo dove fosse Zan quando si votava la “Buona Scuola”», ribatte Alessandra Brunetti.
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