I legali di Claudio e Bordin vogliono rifare il processo
Nuovo ricorso dopo la riduzione della pena accordata agli ex sindaci delle Terme Secondo gli avvocati Bonon e Caruso gli Ermellini dovevano rinviare gli atti al Gup

MALAGOLI PRESENTAZIONE NUOVO MOVIMENTO LUCA CLAUDIO ABANO MALAGOLI
ABANO TERME. Tutto da rifare il processo a Luca Claudio e Massimo Bordin per le tangenti alle Terme? È l’obiettivo cui puntano i loro legali, gli avvocati Ferdinando Bonon e il collega Giovanni Caruso che stanno per depositare il ricorso contro la decisione della Corte di Cassazione che ha ridotto le pene patteggiate dai due ex sindaci di Abano e Montegrotto, di 15 giorni per Claudio e di 10 giorni per Bordin. E dire che erano stati proprio i loro legali a ricorrere contro il patteggiamento, contestando la circostanza che per alcune mazzette - le prime che avevano dato il via all’inchiesta - inserite fra i capi di imputazione era inno in realtà già decorsi i termini per la prescrizione. La nuova freccia nell’arco dei due avvocati della difesa è stata “offerta” proprio nel corso dell’udienza davanti agli Ermellini, in particolare nella requisitoria del Procuratore generale Giuseppina Fodaroni. Quest’ultima, infatti, aveva sottolineato come la Cassazione - stando a una pronuncia delle Sezioni unite - non dovesse ricalcolare la condanna, bensì limitarsi a rinviare tutti gli atti al Gup. Da lì sarebbe di fatto dovuto partire un nuovo processo.
La Corte di Cassazione, invece, ha accolto i ricorsi, rideterminando le pene proprio alla luce della prescrizione per le mazzette chieste tra il 2007 e il 2008 all’imprenditore Renzo Rampazzo per dei lavori che - in cambio della sua “riconoscenza” - gli sono stati affidati dai due ex sindaci. La decisione della Cassazione, in realtà, non cambia di molto le pene patteggiate: l’ex primo cittadino di Abano, Claudio, si è visto scontati 15 giorni, passando da 4 anni a 3 anni, 11 mesi e 15 giorni, mentre per il collega Bordin, ex sindaco di Montregrotto, la pena è diminuita di 10 giorni, passando da 3 anni e due mesi a 3 anni, un mese e 20 giorni. A Claudio, inoltre, è stato confermato il sequestro ai fini della confisca di 11 appartamenti, così come il dodicesimo ceduto allo Stato per poter patteggiare. Quella che sembrava una vittoria della difesa visto l’accoglimento del ricorso, ma ancora più per il fatto che è molto raro che gli Ermellini riducano un a pena dopo una sentenza di patteggiamento, diventa ora spunto per un nuovo ricorso. Gli avvocati Bononi e Caruso hanno deciso di percorrere la strada tracciata dal procuratore generale Fodaroni, chiedendo l’annullamento della sentenza impugnata e disponendo la trasmissione degli atti al Gup del tribunale di Padova. A quel punto il processo sarebbe da rifare. A ottobre, comunque, Claudio - che dal 15 luglio è un uomo libero - ha già un nuovo appuntamento in aula per la maxi tangente (solo promessa) da 280 mila euro legata alla bonifica della discarica di Giarre.
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