I Rumatera fanno il salto con il nuovo cd

“Xente Molesta”: il rock in dialetto made in Brenta distribuito in tutt’Italia
Di Matteo Marcon

Il rock molesto made in Brenta è pronto a conquistare lo stivale. Grande salto per i veneziani Rumatera: dalle stalle della riviera agli scaffali dei negozi di musica in tutta Italia. L'ultimo disco della band di Cazzago di Pianiga, sorta nel 2007 dalle ceneri dei Catarrhal Noise, si intitola “Xente Molesta” e dal 23 novembre è in distribuzione nazionale. Il cantante Daniele Russo, detto “il Bullo”; Giorgio Gozzo, detto “Gosso”; Giovanni Gatto detto “Rocky Giò” e Luca Perin detto “Sciukka” si confermano così dei veri “grezzi da esportazione”.

I Rumatera con il loro agro-punk, dialettale al 100%, sono diventati da subito un vero fenomeno: inni all'autoerotismo e alle sbronze in compagnia, coloratissime espressioni dialettali, qualche volgarità, rock duro e tante trovate sceniche. Sono arrivati perfino a collaborare con il Trio Medusa su Radio Deejay.

Migliaia di spettatori di tutte le età si presentano ai loro concerti. All'Home Festival di Treviso sono stati headliner e hanno suonato davanti a 18mila fan. Un concerto dei Rumatera è spesso l'occasione buona per tirare fuori il peggio di sè: «Abbiamo realizzato che ai nostri concerti la gente diventa davvero molesta» scherza il cantante «siamo proprio dei catalizzatori del peggio. “Xente Molesta” è dunque dedicato ai nostri fan, quelli che spesso nella vita normale se ne stanno tranquilli ma che durante un nostro spettacolo diventano dei veri scalmanati». Un aiuto concreto arriva dall'energia della loro musica, che oscilla tra punk e nu-metal, ma forse anche dal mix di rhum e pera che viene sparato sul pubblico da Lady Poison, ballerina un po' scollacciata che sul palco non manca mai: «ci disseta mentre suoniamo, così non dobbiamo fermarci per bere» spiega “Il Bullo” «utilizza due bombolette spray simili a quelle usate per spruzzare l'antiparassitario alle piante, ogni tanto innaffia anche gli spettatori».

La band veneziana ne combina insomma di tutti i colori: canta di motorini che sfidano “l'aguasso”, di “petardi” nei tombini e altre goliardie ruspanti. Parlano e cantano come se fossero appena usciti da una parodia veneta dell'Albero degli Zoccoli, ma con questo stile continuano a conquistare nuovi fan. Per registrare “Xente Molesta” disco sono addirittura volati fino in Texas. Forse raccoglieranno presto i frutti del loro lavoro, intanto, da buoni agricoltori del rock, continuano a seminare su un terreno sempre più vasto. Se le distese agro-industriali della città metropolitana hanno decretato la loro notorietà, ora tocca al Belpaese. Che dovrà prima di tutto capire i testi. Vedremo.

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