I sindacati: 100 supplenti senza stipendio da 2 mesi

Natale amaro per i docenti chiamati direttamente dai presidi delle scuole Vengono pagati con i fondi del bilancio dell’istituto: gli ultimi soldi a ottobre
Di Felice Paduano
E09- 24-06-98-ROMA- INIZIATI ESAMI DI MATURITA'. Professori e studenti poco prima della prova di Italiano al Liceo classico Visconti di Roma. LUCIANO DEL CASTILLO/ANSA
E09- 24-06-98-ROMA- INIZIATI ESAMI DI MATURITA'. Professori e studenti poco prima della prova di Italiano al Liceo classico Visconti di Roma. LUCIANO DEL CASTILLO/ANSA

Natale amaro almeno per cento supplenti in città. Non sono i precari della scuola che hanno ricevuto la supplenza annuale dall’Ufficio scolastico provinciale, che vengono pagati direttamente dallo Stato, ma sono i docenti che vengono chiamati in cattedra dai singoli presidi, che, in genere, possono lavorare anche tre - quattro mesi di fila, ma anche solo per pochi giorni. Sono i supplenti che vengono retribuiti con i fondi del bilancio della scuola, attraverso l’istituto che oggi viene chiamato Pos.

In pratica questi supplenti trascorreranno le festività natalizie con le tasche vuote perché non potranno ricevere né lo stipendio di novembre e né quello di dicembre. Il bello è che, dopo la protesta dei sindacati di categoria e in particolare della Flc-Cgil, tutti questi supplenti hanno già ricevuto la risposta negativa da parte del ministero dell’Economia, che ha comunicato i conti per il 2013 sono stati chiusi e che, quindi, se ne riparlerà solo dopo le vacanze natalizie.

Sullo scottante argomento, ieri mattina, nella sede di via Longhin, Antonio Pantano, Angelo Zuppardo e Manolo Baio, della Flc, hanno tenuto una lunga conferenza stampa, in cui sono intervenuti anche i diretti interessati. «Sono laureata in biotecnologia medica e ho terminato anche un dottorato di ricerca» spiega Katia Antezza, originaria di Matera «sono sposata. Dopo una bella esperienza nel settore specifico della mia laurea, per sopravvivere a testa alta ho cominciato fare supplenze un po’ qua ed un po’ là. Prima nelle scuole di formazione professionale ed esattamente in quelle denominate A.F.L, guidate da Marco Spiandorello e, subito dopo, nelle scuole pubbliche. Tanta buona volontà e tanto impegno personale ma, alla fine, mi ritrovo con un pugno di mosche in mano. Com’è duro fare una vita da precaria. Spero non per l’eternità».

Stessa musica dall’intervento di Alessandra Bortolotto: «Per guadagnare un po’ di soldi ho sempre galoppato per tante scuole della provincia. Mi hanno assegnato sia supplenze brevi che lunghe. Mi hanno fatto sempre girare come una trottola. Purtroppo, non certo per colpa mia, non sono ancora abilitata. E adesso mi vengono a dire che per gli ultimi due mesi di lavoro non ci sono soldi. Ma che in tipo di società viviamo?». Amarissimo il commento del segretario della Cgil del settore Scuola ed Università. «Ma come si può lavorare bene con professionalità quando non si ha la certezza della retribuzione» domanda Antonio Pantano «sono troppi anni che noi del sindacato sollecitiamo a mettere in ruolo quanti più docenti possibili, ma ancora oggi le nostre voci sono, quasi sempre, inascoltate».

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