«Il bar è responsabile del comportamento dei clienti all’esterno»

Una sentenza della Cassazione punta il dito contro l’esercente in favore dei residenti: il titolare è responsabile del comportamento dei suoi clienti anche fuori dal locale. Se gli abitanti dei luoghi della movida padovana pensano di avere uno strumento in più per spuntarla contro urla e schiamazzi, ci pensa l’Associazione provinciale dei pubblici esercizi (Appe) a raffreddare gli animi. «Non confondiamo i clienti con i gruppi, spesso di giovani, che comprano da bere al supermercato e lo portano in piazza» spiega Filippo Segato, segretario Appe «e che restano per ore dopo la chiusura del locale. L’esercente in questo caso non può fare proprio niente perché non è un’autorità». Infatti: «Riceviamo quasi mensilmente la notizia di sentenze che vanno nelle direzioni opposte» continua Segato «quello che bisogna capire è che ogni sentenza fa legge per il caso specifico. I pubblici esercizi sono regolamentati dalla pubblica sicurezza: il questore può disporre la sospensione dell’attività e perfino la revoca della licenza nei casi più gravi. Questo dà ai privati cittadini gli strumenti per difendersi. Poi però non dobbiamo dimenticare la parte svolta dalle Amministrazioni comunali».
Ovvero i regolamenti comunali. A Padova l’ex sindaco leghista Massimo Bitonci ha introdotto la patente a punti per i locali, affidando una responsabilità diretta all’esercente rispetto a quello che succede dentro e nei paraggi dell’attività. «Infatti i nostri baristi possono contare sugli steward per la sicurezza, il decoro e la pulizia» continua Segato «voglio sottolineare che su 1.000 locali in città saranno appena 10-15 le situazioni che creano conflitto con i residenti. Nel nostro centro storico i locali chiudono alle 2, pochissimi restano fino alle 3 nei fine settimana e durante l’estate. La musica all’esterno è concessa fino alle 22 e dalla mezzanotte non deve percepirsi all’esterno. Dunque il disagio per i cittadini è molto limitato. Le sanzioni ci sono state, sintomo che i controlli ci sono. Francamente penso che i problemi vadano cercati da un’altra parte: nelle zone franche come lo Sherwood, la zona del teatro Geox qualche anno fa, il Pride in Fiera, la scalinata del Portello. Insomma proprio in contrario degli esercenti fissi». —
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