«Il Comune faccia causa a don Lucio»

Il sindaco Bettini non esclude questa possibilità dopo l’appello della minoranza: la donazione deve restare alla Caritas
Di Martina Maniero

LEGNARO. Una causa del Comune contro don Lucio con la Caritas che si costituisca parte civile al processo: è l’appello del capogruppo Deborah Universi (Nuova Legnaro in movimento) che chiede un intervento diretto dell’amministrazione comunale e dell’organo pastorale nell’ormai nota vicenda dell’eredità milionaria lasciata alla Caritas dal farmacista Franco Focherini e in parte dilapidata dall’ ex sacerdote del paese, don Lucio Sinigaglia. «Se i parenti del dottor Focherini decidessero di impugnare il testamento» continua Universi «ai poveri di Legnaro non resterebbe più nulla». E in linea di principio questa è una proposta che trova d’accordo anche il sindaco Giovanni Bettini: «Non escluso che il Comune possa prendere parte ad un eventuale processo» ha confermato «già domani sera (oggi, ndr) sarò a colloquio con il legale dell’ente per valutare il ruolo dell’amministrazione, tra queste ipotesi c’è la possibilità di costituirsi parte civile se si finisse in aula».

Quale posizione prenderà il Comune in questa vicenda è ancora presto a dirsi. Ma l’obiettivo è uno, tanto per la maggioranza quanto per l’opposizione: il lascito del dottore deve rimanere a Legnaro, nel rispetto delle intenzioni del defunto. Se il sindaco per il momento va cauto, Universi invece rilancia: «Se non verrà fatto nulla per tutelare gli interessi dei più deboli tutta questa vicenda diventerà la vergogna del paese, della parrocchia e dell'amministrazione, e anch'io mi sentirei complice di "don Lusso", come molti lo chiamavano».

E sfarzosi, si vocifera, sarebbero anche i locali della canonica di San Biagio. Il sindaco è stato tra i pochi ad aver avuto accesso a quella che negli ultimi due anni è stata la residenza del sacerdote indagato. «Ho voluto visitare i locali perché in paese si sente dire tutto e il contrario di tutto e perché la questione è anche oggetto di interrogazioni consiliari» ha detto Bettini. «Sono entrato in canonica una decina di giorni fa, accompagnato da don Mariano, prima della sua partenza per Roma. Le stanze» ha raccontato «sono state ristrutturate, gli infissi sostituiti e le camere per gli ospiti dotate di servizi igienici ma niente vasca idromassaggio di cui tanto si parla. Nella palestra poi era rimasto solo il tapis roulant e qualche altro attrezzo perché, mi hanno riferito, due cyclette don Lucio le ha portate con sé». «Quanto alle chiavi ancora in possesso del sacerdote» ha aggiunto il sindaco «ne ho sentito parlare quasi per sbaglio: in quell’occasione un’impiegata aveva fatto notare a don Mariano che non erano ancora state riconsegnate. Se è vero che ora le serrature sono state sostituite non può che essere un fatto positivo: non era giusto che don Lucio continuasse ad avere accesso alla canonica a proprio piacimento».

Dell'eredità milionaria e delle spese pazze dell'arciprete "dalle mani bucate" si è parlato anche nella trasmissione "La Gabbia" su La7. Nella puntata andata in onda mercoledì l'inviato, Danilo Lupo, ha provato a ricostruire l'intera vicenda: "la bella vita del prete", le ammissioni del sacerdote, fino ai fatti più recenti che vedono indagato anche il fratello del parroco, Ubaldo Sinigaglia, a casa del quale sarebbero stati trovati 16 scatoloni contenenti argenteria e porcellane di pregio trafugate, pare, dall'abitazione del farmacista. Il giornalista ha cercato di intervistare, senza fortuna, don Renato Marangoni, il vicario episcopale mandato a Legnaro per celebrare le messe. Con una telecamera nascosta la troupe è riuscita a raccogliere lo sfogo dei paesani: nessuno si aspettava un simile scandalo.

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