Il destino della Cargill si decide a Roma

Il Ministero dello Sviluppo economico media tra proprietà e sindacati per salvare 35 posti a Vigonza

VIGONZA. Si terrà domani a Roma, al Ministero dello sviluppo economico, l’incontro della Cargill con i sindacalisti Andrea Gambillara, della Flai-Cgilm ed Erminio Gomiero, della Fai-Cisl. L’azienda sarà rappresentata da un dirigente Cargill Europa. La storia della multinazionale alimentare americana, con il quartier generale a Minnepaolis (Usa) e 142 mila dipendenti sparsi in 66 Paesi, è già nota.

Un mese fa, senza preavviso, a sindacati e rsu la Cargill fece sapere che gli amministratori avevano deciso di chiudere la sede di via Venezia e di trasferire la produzione della lecitina di soia( inviata anche a Ferrero e Nestlè) in stabilimenti gemelli in Spagna e Olanda.

La reazione dei 35 lavoratori fu immediata. Fu occupata la fabbrica e fu organizzato, per 24 ore, un presidio davanti ai cancelli dell’azienda. I dipendenti tornarono al lavoro solo dopo che i rappresentanti della Cargill s’impegnarono a non aprire più la procedura di mobilità in base alla legge 223 del 1991 e si presentarono a un primo tavolo di confronto tra le parti davanti all’assessore provinciale al lavoro per parlare anche di eventuale cassa integrazione straordinaria.

Ma Barison subito disse che, avendo la Cargill il bilancio in attivo e non essendo in crisi, la cigs poteva essere chiesta e concessa solo dal ministero competente. «Andremo a Roma con un solo obiettivo», sottolinea Gambillara, «lo stabilimento di Vigonza non dovrà essere chiuso».

Felice Paduano

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