Il fascino di una sinagoga raccontato ai nostri lettori

Pienone alla visita guidata al museo ebraico, una delle più emozionanti del ciclo L’installazione multimediale e le grandi figure del passato catturano l’attenzione
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-VISITA DEI LETTORI AL MUSEO EBRAICO E ALLA SINAGOGA
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-VISITA DEI LETTORI AL MUSEO EBRAICO E ALLA SINAGOGA

La religione ebraica affascina. La sinagoga è un luogo ipnotico. Il museo ebraico di via delle Piazze seduce i visitatori. E Antonella Ortis, volontaria del museo, e una delle duecento persone ebree in città, accoglie le domande, raccoglie le suggestioni, approfondisce generosamente ogni quesito.

fu eretta nel 1522

La storia degli ebrei padovani è stata senza dubbio una delle occasioni più emozionanti per il pubblico dei lettori del nostro giornale, invitati gratuitamente in uno dei luoghi che hanno scritto parte della storia intellettuale della città. La sinagoga è stata eretta a partire dal 1522, poi data alle fiamme e distrutta nel maggio del 1943, da parte di squadracce fasciste. Rimase per 40 anni un rudere, tacita testimonianza cittadina della capacità del male.

ristrutturata nel 1998

La ristrutturazione è del 1998 per merito della Comunità ebraica con ridotti contributi della Regione e del Comune. Quello del '98 fu un restauro prima di tutto filologico che riconsegnò uno spazio di grande fascino, avvalorato soprattutto dall’impronta dei matronei (oggi chiusi) e dallo scalone ottocentesco di accesso. Il museo è costituito da un'unica ampia sala di circa 200 mq, dove lo spazio è scandito da diverse vetrine che espongono importanti oggetti della vita ebraica padovana, in particolare oggetti d'uso rituale, e da una zona adibita ad auditorium.

esperienza multimediale

Il visitatore infatti gode di un'esperienza multimediale grazie a un video ed a un'installazione che permettono di immergersi nella vita di dieci importanti figure ebraiche che hanno vissuto in città nei secoli passati. I legami sono numerosi e affondano le radici fin dal Cinquecento, quando Unipd era l'unico Ateneo ad ammettere gli studenti ebrei.

Gli anni d’oro e quelli neri

Arrivavano dalla Germania, dalla Polonia e dal Levante, soprattutto per diventare medici. Ci furono anni d'oro: ebrei padovani diventarono deputati e senatori del Regno, docenti universitari; Giacomo Levi Civita fu sindaco. Ma anche anni bui: dalla formazione del Ghetto alle leggi razziali del 1938, dolorosa ferita fatta di arresti, campi di concentramento e morti. Il museo racconta otto secoli di convivenza, conoscenza reciproca e contrasti. Ma di sicuro Padova, senza i suoi ebrei, sarebbe stata diversa e il mondo ebreo più povero senza la sua storia padovana.

Una struttura insolita

La sinagoga cittadina è particolare fin dalla sua struttura centrale che ricorda un pulpito ed è insolita per una sinagoga: di solito l'altare è di fronte ai fedeli e posizionato verso Israele; quello padovano ricorda il pulpito e fu, probabilmente, l'errore degli artigiani del luogo che forse non avevano le idee chiare. Antonella recita, traducendole in italiano, delle preghiere: quasi tutte ringraziano. Mostra un luogo che è prima di tutto una “scola”, perché al rabbino ci si rivolge per quesiti culturali e religiosi: non ci sono prediche, ma tanti riti, alcuni molto rigorosi, come le numerose limitazioni alimentari o il riposo del sabato. Ma soprattutto c'è la fede verso Dio senza intermediari. —

Elvira Scigliano

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