Il legale spagnolo e l’amante spacciavano a Cittadella

CITTADELLA. È il 30 ottobre 2013 e stanno viaggiando in macchina. Lei, stanca, dice: «Dovrò prenderti dei soldi per noleggiare la mia vagina». Lui ride e scherza. Fa capire che non le succederà nulla, è addirittura riuscita a passare senza problemi davanti a un cane... Portando “lì” la roba, non ci sono mai stati problemi: «... Amore, non vanno a odorare lì». Invece è andata diversamente, appena 12 giorni dopo quell’intercettazione ambientale. I carabinieri di Cittadella, coordinati dal pubblico ministero padovano Benedetto Roberti, sono riusciti a incastrare la coppia d’oro del traffico internazionale di droga (cocaina, hashish e mefedrone, una sostanza stupefacente sintetica). L’11 novembre scorso cadono in trappola a Cittadella, traditi da una “cimice” occultata nel furgone a bordo del quale viaggiano: stanno rientrando dall’Olanda con un carico, per dirigersi in un agriturismo a Valbella di Marostica, in mezzo alle colline, dove riposeranno non prima di una “fermata” da alcuni clienti proprio nell’Alta Padovana, nel territorio cittadellese. Lui, Antonio Rodrigo Balaguer, 40 anni, è un insospettabile avvocato di Valencia; lei, Miriam Ruiz Bautista, 34 anni, originaria di Malaga, è la giovane fidanzata, anzi l’amante preferita, brava quanto basta a passare inosservata con un bel po’ di “merce” nascosta nel reggiseno o infilata nelle parti intime. Da 11 mesi sono in carcere, l’uomo nella casa circondariale di Padova, la donna alla Giudecca di Venezia. L’inchiesta, che si è svolta nel più assoluto riserbo, è ormai chiusa: di fronte al rischio di un processo dall’esito incerto, i due hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato. Rito che prevede lo sconto di un terzo della pena davanti al gup Cristina Cavaggion. Tuttavia è ugualmente pesante la richiesta di condanna formulata dal pm Roberti: per l’avvocato 8 anni, pena dimezzata (4 anni) per la compagna, entrambi difesi dall’avvocato veneziano Vanis Zorzato.
Gravi i reati di cui devono rispondere: traffico internazionale di droga dalla Spagna (in aereo con scalo negli aeroporti di Treviso, Bologna e Trieste o via ferrovia) ma anche da Amsterdam verso l’Italia. Quel novembre di quasi un anno fa gli inquirenti avevano sequestrato 19 panetti di hashish per oltre due chili con un principio attivo alto (9197 dosi, pari a 459 volte il quantitativo massimo detenibile) e 41 grammi di funghi allucinogeni. Tra le accuse c’è pure lo spaccio di cocaina importata con il particolare “nascondiglio”, come risulta dalle intercettazioni ambientali durante i viaggi della coppia.
I due, però, hanno sempre negato, spiegando che la droga (i funghi allucinogeni nascosti nel reggiseno dell’imputata, mentre i panetti sono stati trovati in parte nel furgone, in parte nella stanza dell’agriturismo) erano per uso personale. Nelle conversazioni “ascoltate”, invece, i dialoghi farebbero riferimento alla compravendita di stupefacenti chiamati con soprannomi: la blanca è la cocaina, il cristallo è il mefedrone e la cioccolata l’hashish, come ha confessato la stessa Miriam Ruiz Bautista. Secondo la procura è l’avvocato la mente. Lo ammette lui stesso alla fidanzata il 5 novembre, qualche giorno prima dell’arresto: «Tu sei l’impulso... Io sono la testa». E ancora: «Tanti clienti usano il cioccolato e questo mi interessa molto... A me il cioccolato mi può lasciare un sacco di soldi... Vivo molto bene, paghiamo il mutuo, la macchina, tutto». E Miriam: «Meglio trattarlo in parallelo». Il 30 ottobre parola alla difesa, poi la sentenza.
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