Il macello non entra nell’asta Agricola Berica, 190 a rischio

monselice
All’asta, alla fine, sono finiti solamente l’incubatoio vicentino e l’allevamento di Ca’ Oddo. Che, al netto dei ragionamenti imprenditoriali, significa una cosa: non più di 25 lavoratori hanno salvo il posto, mentre per altri 190 – quelli del macello di Monselice – si prospetta sempre di più la via della cassa integrazione per un anno e poi del licenziamento. Venerdì scorso, con l’asta competitiva dedicata ad Agricola Berica, il gruppo Veronesi si è aggiudicato solo una parte degli asset del colosso dei polli di Monselice.
Agricola Berica, azienda storica di via Rovigana capace di occupare oltre 200 lavoratori, complice la pesante crisi a fine 2019 era stata ammessa a un concorso in continuità. Venerdì scorso si è tenuta un’asta competitiva che ha visto partecipare esclusivamente il colosso veronese Aia, l’Agricola Italiana Alimentare del gruppo Veronesi che è, assieme a Fileni e ad Amadori, uno dei tre grandi nomi del settore in Italia. Attraverso la controllata La Pellegrina – fa sapere Gilberto Baratto, segretario generale della Fai Cisl Padova Rovigo – è stata acquisita solo una parte dell’asset di Agricola Berica: l’incubatoio di Montegalda, nel Vicentino, dove nascono i pulcini e dove lavorano circa 23 lavoratori, e un allevamento di Monselice, a Cà Oddo, con 2 o 3 lavoratori impegnati. È dunque rimasto fuori il macello di Monselice, dove operano 190 dipendenti. Era d’altra parte previsto: il mercato attuale punta a privilegiare strutture come gli incubatoi, gli allevamenti e i mangimifici, a scapito delle strutture più complesse e più costose come i macelli.
È drastica la visione di Baratto: «Lo scenario più probabile che si prospetta per i 190 lavoratori del macello è di lavorare ancora qualche mese e poi essere posti in cassa integrazione straordinaria fino al 30 aprile 2021, per poi essere licenziati con la risoluzione della procedura di concordato in bianco in continuità aziendale, che era stata chiesta dall’azienda, da parte dello stesso Tribunale di Padova». Continua nel ragionamento: «Il gruppo Veronesi è molto attento alle dinamiche del settore avicolo e difficilmente si fa sfuggire l’opportunità di conquistare nuove quote di mercato attraverso l’acquisizione di diversi marchi. Proprio per questo il marchio Agricola Berica resterà di proprietà dell’Aia per il tempo necessario ad impedire che un eventuale imprenditore interessato possa acquisirlo e proseguire l’attività». La condanna della Cisl verso ilgruppo Veronesi è piuttosto chiara, e non a caso Baratto incalza: «Il gruppo stesso è anche molto attivo nei mercati internazionali, con investimenti in paesi extraeuropei a discapito dei nostri lavoratori. Si dirà che sono le leggi del mercato. Ma sarà difficile spiegarlo alle 190 famiglie che rischiano di rimanere a casa. Chiediamo di riconsiderare la proposta e di ritornare ad investire nello stabilimento di Monselice». —
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