Il messaggio di Crepet: «Ragazzi, occhio alle fregature»

PADOVA. «Ragazzi, occhio alle fregature». Paolo Crepet, chiamato nell’ambito della “Fiera delle Parole” per presentare il suo libro «L’autorità perduta» mette in guardia i giovani “ora mal consigliati, ora rassegnati, ora impauriti”. Per oltre un’ora, nel palazzo della Ragione, ha dispensato buoni consigli, citando esempi nati dalla quotidianità o presi dalla top ten dei personaggi che hanno segnato presente e futuro. Presentato da Donatella Lobello, esperta di letteratura giovanile, Crepet ha esordito con una riflessione sul caso del bambino prelevato da scuola «come fosse un delinquente, per un bieco autoritarismo che non ha mai portato da nessuna parte. Per un conflitto fra due adulti è stato dilaniato il corpo di un bimbo conteso. Padova non meritava un episodio tanto odioso. Purtroppo si continua a negare il futuro a chi ne ha più diritto».
«Voi», ha aggiunto, «dovete credere nel vostro futuro, però state attenti ai cattivi maestri. Chi vi dice che vi lascia un mondo peggiore chi quello che lui ha trovato, vi imbroglia. Voi avete tutto ciò che io non potevo nemmeno immaginare. Voi siete liberi. Non siete più veneti, siete europei. Non siete moderni se bevete otto spritz al giorno, ma se non vi rassegnate a una vita a km zero. Non aspettate la manna dal cielo. Marco Polo non si è rassegnato a mangiare le sarde in saòr della mammina, ma è partito verso il futuro, tornando a casa solo 37 anni dopo. Siate ragazzi con la valigia».
«Un altro inganno vi arriva dalla cultura televisiva, con le sue lusinghe, dove il talento si cuoce rapidamente in una sorta di microonde. Vi fanno credere che la meta si raggiunge con fortuna, soldi e raccomandazioni. No, i raccomandati sono dei mediocri, i soldi, quando ci sono, vanno investiti in cultura. Non cercate scorciatoie, non fatevi comprare la laurea. Diffidate», ha aggiunto, «da chi vi consente di fare i mantenuti. Chi si ferma e non fa nulla per rialzarsi per il principio di reciprocità non merita nulla». L’ultima parte del suo intervento l’ha riservata alla generazione dei cinquantenni e dei sessantenni che ha smesso troppo presto di essere «magistrale». «Non ci ha lasciato dei visionari ma ha saputo esprimere solo una cultura mediocre. Oggi ci mancano i visionari, c’è tutt’attorno un deserto assordante. Magari saltasse fuori un visionario. Prendete come modello Steve Jobs, che anche nell’ultimo giorno della sua vita ha pensato al futuro e non al presente, regalando al suo Comune un progetto per un College di alta formazione. E in Comune è andato a piedi a braccetto della moglie e non con una sfilza di auto blu». «Il mio messaggio», ha concluso Crepet, «è questo: non siate a km zero, usate la testa, non fate le vittime, anche se noi adulti abbiamo fatto di tutto per rovinare il vostro futuro».
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