Il mondo della medicina perde il dottor Giuseppe Maio

Giuseppe Maio, 57 anni, medico urologo, autore di importanti studi e ricerche soprattutto nel campo dello sport, Coordinatore Triveneto della Società Italiana di Andrologia, si è spento venerdì notte all’ospedale Sant’Antonio. I funerali si svolgeranno domani alle ore 17 nella chiesa del Sacro Cuore ad Abano.
Anche quando era costretto a darti una cattiva notizia lo faceva con quell’umanità che solo i grandi medici di una volta sapevano regalarti. La stessa serenità è riuscito a trasmetterla pure quando a finire in un letto d’ospedale è stato lui. In quella stanza trasformata in luogo di sofferenza e passione, con l’inseparabile amico libro sul comodino, tutto attorno un intrecciarsi di fili, di bip bip, di macchine che hanno cercato fino alla fine di aiutarlo a combattere una malattia che ormai da qualche mese aveva deciso di non dargli più scampo. Giuseppe Maio sapeva essere molto di più di un ottimo medico. Rigoroso, scrupoloso, perfino pignolo quando si trattava di non lasciare nulla al caso, quando si trattava di curarti al meglio. Ma anche riservato, controllato, di quella umanità che tradiva le sue origini di siciliano, di messinese di Barcellona Pozzo di Gotto che bene si è amalgamato con la sua formazione medica nata all’Università di Padova nel 1984, dove poi si è specializzato in urologia l’anno dopo. Nel padovano si è poi sposato con Agata Barchitta, anche lei medico, cardiologo all’ospedale Sant’Antonio e mamma dei suoi tre figli, Daniele 19 anni, iscritto a Medicina, e i piccoli Pierfrancesco e Benedetta, di 15 e 8 anni. E tra Padova e Abano, dove per lunghi anni ha diretto l'Unità di andrologia della Casa di Cura, ha condotto le sue ricerche più prestigiose, soprattutto studiando le patologie genito-urinarie che colpiscono gli atleti agonisti, in particolare podisti e ciclisti.
Giuseppe se ne andato in silenzio, attorno a lui i figli e la moglie, eredi e ora ambasciatori di una grande lezione fatta di amore e professionalità.
(gi.nat.)
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