Il Parco: «Ruta sparita per cause naturali»
ESTE. La Ruta Patavina non c’è più, ma la colpa non è dei motocrossisti. Il Parco Colli scagiona gli amanti della motocross, “accusati” dal naturalista atestino Toni Mazzetti di aver contribuito a far sparire dagli Euganei la tipica piantina dai fiori gialli. La Ruta Patavina, scoperta nel 1722 dal naturalista Pier Antonio Michiel, è stata riportata in auge proprio da Mazzetti, che trent’anni fa ne aveva riscoperto la presenza. «Non voglio difendere i motocrossisti, visto che questa disciplina è vietata nei colli» è il parere di Gianni Biasetto, presidente del Parco «però non sono nemmeno d’accordo con Mazzetti nel dare la colpa a loro. La vera causa è il restringimento delle aree dei vegri e il loro mancato “movimento”». Biasetto fa riferimento ad uno studio condotto qualche anno fa nell’ambito del progetto Life: «A proposito della Ruta Patavina, si era notato che questa era presente laddove il vegro era abbondante e veniva mosso da animali al pascolo, in particolare capre, pecore e cavalli». Ora che i vegri si sono ridotti ad appena cento ettari e che gli animali al pascolo sono merce rara, la scomparsa dalle Ruta è quasi una conseguenza inevitabile: «E pensare che quando il parco decise di tagliare delle ginestre per togliere ombra e favorire il reintegro dei vegri, qualcuno aveva addirittura polemizzato». Per Biasetto la pratica della motocross va comunque debellata: «Negli ultimi due mesi le guardie ecologiche hanno elevato quindici sanzioni». (n.c.)
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