Il pugno di ferro di Bitonci «Chiuderò le moschee»

Il leghista: «I centri culturali islamici non in regola con le norme urbanistiche» Secco il commento del segretario del Pd, Bettin: «È alla frutta, un disco rotto»
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - BOMBA CARTA ALLA MOSCHEA DI VIA J. DA MONTAGNANA
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - BOMBA CARTA ALLA MOSCHEA DI VIA J. DA MONTAGNANA

Stop alle moschee clandestine e chiusura dei centri di cultura islamica. Massimo Bitonci torna a mostrare la faccia dura, dopo il divieto di utilizzare le palestre comunali per il Ramadan. La promessa è di mettere al bando quei posti in cui si prega che però non sono a norma dal punto di vista urbanistico.

Una questione delicata che intacca da una parte il diritto alla libertà di religione, sancito dalla Costituzione, e dall’altra le norme nazionali e regionali. Come la legge sulle moschee varata dal consiglio regionale del Veneto che ha ottenuto il via libera della Corte costituzionale, che ne ha bocciato solo una parte: quella che imponeva che le prediche degli imam dovessero essere solamente in italiano. Per i giudici invece c’è la libertà di predicare in qualsiasi lingua.

Ma è proprio da questa sentenza che il candidato leghista prende spunto per promettere un forte giro di vite se dovesse tornare alla guida di Palazzo Moroni: «La Consulta ha confermato quello che noi diciamo da sempre: valgono per tutti le norme urbanistiche», sottolinea Bitonci. «I luoghi di culto, di qualsiasi religione, devono essere costruiti nelle zone in cui il piano regolatore generale prevede una corretta destinazione urbanistica, cioè quella relativa a luoghi di culto».

A Padova non esistono moschee ufficiali, per cui il candidato leghista se la prende soprattutto con le associazioni islamiche: «In realtà sono moschee mascherate», spiega. «Come quella che c’è qui all’Arcella: un centro di cultura islamico che in realtà è una moschea, dove si prega e si fanno le orazioni».

«Questi centri, dal punto di vista urbanistico e della pubblica sicurezza, non sono a norma. Già in passato abbiamo fatto una serie di controlli e ristretto il numero massimo di persone che possono accedere in quei locali. Ma adesso se non saranno a norma dal punto di vista urbanistico, e già sappiamo che è così, verranno chiuse», prosegue Bitonci.

In realtà nessun centro islamico sorge in un’area urbanisticamente indicata per luoghi di culto. Fatta eccezione per la sala di Pontevigodarzere ospitata nei locali della parrocchia, concessi dalla Diocesi. «Credo che questa sia una decisione importante: la città lo vuole», si fa forza Bitonci. «I padovani credono che in queste zone, soprattutto durante il periodo del Ramadan, ci siano un sacco di problemi: tra parcheggi e afflusso di migliaia di persone in locali che non sono a norma. Da sindaco dunque farò delle ordinanze di chiusura».

Secco il commento negativo del segretario del Pd Massimo Bettin: «È un disco rotto, noioso. Non potendo parlare dei problemi che non ha saputo risolvere, se ne deve inventare di nuovi e inesistenti. Bitonci è alla frutta».

Claudio Malfitano

Argomenti:moschea

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova