Il rivoluzionario Ugo Foscolo nella lettura di Teatro Bresci

PADOVA. Entrare nella poetica e nella penna che ha guidato uno scrittore importante, oggi materia di studio, ripercorrendo le tappe della sua vita, i pensieri e i sogni con un linguaggio che piaccia e sia comprensibile ai ragazzi.
Questo è uno degli obiettivi che Circuito Arteven, con la Regione del Veneto, si è posto nel 2003 con le lezioni spettacolo, momenti in cui il linguaggio del teatro diventa un mezzo per approfondire argomenti e materie.
Si inserisce in questo progetto “Foscolo/Revolutionary Ugo”, il lavoro prodotto dalla compagnia padovana Teatro Bresci sul poeta Ugo Foscolo.
Il testo della lezione è scritta a quattro mani da Anna Tringali e Giacomo Rossetto, che sarà l’interprete del monologo. La lezione verrà pubblicata venerdì 2 aprile dalle 18 sul sito myarteven.it.
«La noia incontrò il tedio e nacque Ugo Foscolo. Quando ero seduto all’ultimo banco della mia classe del liceo questo era quello che pensavo del poeta di Zante. Mi sono ricreduto. Parecchio. Dopo la scuola, dietro al letterato Foscolo autore di Alla sera, A Zacinto, I sepolcri, Le ultime lettere di Jacopo Ortis, ho scoperto il Foscolo uomo. In fuga. Da Zante a Venezia, da Venezia all’Italia napoleonica, da questa all’Inghilterra dove morirà.
"Ma più Foscolo resta catturato nei dilemmi dell’età della Rivoluzione, più gli si chiarisce un punto di riferimento ideale: l’eredità di bellezza e virtù che ci viene dalla classicità greco-latina – spiega Rossetto - Così la poesia assume una funzione civile insostituibile. Il neoclassicismo diventa in lui prassi politica. Nessuno davvero può dire dove per Foscolo finisca la poesia e cominci l’arte. Un uomo dalle grandi passioni (in primis le donne), altro che noioso. Un uomo che ha vissuto, con una tensione costante, perenne, pungente. Nulla è fermo in Foscolo, è senso e raziocinio, ragione e sentimento. È un uomo dalla vita movimentata e avventurosa, raminga la definirà il poeta stesso».
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