Il rombo degli amici in Vespa per l’addio a Matteo Filone

La bara di colore chiaro e ricoperta di fiori con la salma di Matteo Angelo Filone e ai lati le sue due amate Vespe illuminate dai raggi del sole: il cinquantino special giallo e il centoventicinque celeste chiaro.
Un’altra, l’aveva regalata all’amata nipote Beatrice. Amava le due ruote d’epoca Matteo, ed era un maestro nel smontarle e metterle a posto. Dietro la bara, le corone di fiori tra cui quella del Battaglia Terme Basket, squadra in cui il cestista Matteo aveva militato.
Ieri pomeriggio, i suoi amici vespisti si sono radunati davanti al municipio e poi hanno accompagnato il feretro fino al sagrato dell’abbazia di Santo Stefano. Da Matteo tanto amato, il rombo delle Vespe cavalcate dagli iscritti al Vespa Club Due Carrare, fondato nel 2011 da giovane deceduto e da egli stesso presieduto, dai soci dal Vespa Club Roncajette, dal Vespa Club Montegrotto, dal Vespa Club Padova, dal gruppo Vespisti mancati, si è fatto sentire anche dopo la fine della cerimonia funebre.
Tanti, soprattutto giovani, hanno voluto dare l’ultimo saluto al loro caro amico dal sorriso contagioso e far sentire la loro vicinanza ai familiari del trentaduenne responsabile dell’ufficio acquisti nel “Non Solo Sport” di Rubano, scomparso sabato scorso a causa di un brutto male manifestatosi all’età di vent’anni.
Il funerale svoltosi all’aperto davanti alla canonica della chiesa di Santo Stefano, è stata celebrato da don Bruno Piccolo, parroco moderatore dell’unità pastorale di Due Carrare.
«Un giovane positivo, teso a stemperare gli animi, di carattere riservato ma sempre attento agli altri che avevano bisogno», ha ricordato il sacerdote. «Era trasparente Matteo e questa qualità lo rendeva sicuramente amabile. Curioso, mai sazio di sapere, desideroso d’imparare, di spirito combattivo». Al ricordo del parroco celebrante, si è aggiunto quello della giovane moglie Giulia Gallinaro, sottolineato e sostenuto dagli applausi dei partecipanti nei momenti di commozione. «Grazie perché mi hai sempre amata e rispettata sopra ogni cosa», ha detto Giulia, «mi sono sentita protetta da te in ogni istante, anche oggi. Grazie per la tua determinazione che ti ha fatto superare imprese folli che solo tu potevi fare. La tua intelligenza ti ha permesso di rapportarti con le persone di ogni età in maniera umile e vera».
Terminato il commovente ricordo del marito, Giulia ha invitato a liberare in cielo dei palloncini bianchi che hanno accompagnato il suo di colore rosso per salutare Matteo. Prima della benedizione, si sono susseguiti i commossi ricordi delle cugine, degli amici e anche quello delle suore Carmelitane Scalze di Monselice, perché Matteo e Giulia si sono sposati lì. «Dal profondo del cuore, sempre a te e ai tuoi cari la nostra preghiera», hanno scritto suor Maria Chiara e le sue sorelle.––
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