Il terremoto fa paura: prosegue lo sciame sismico con micro-scosse

PADOVA. Chiese pericolanti in provincia, un camino sbriciolato nel cuore di Padova, un crollo lungo la regionale 10 a Montagnana, turisti in fuga alle Terme e tutte le istituzioni in allerta: Regione Veneto e prefettura in testa. Le scosse di terremoto con epicentro in Emilia Romagna fanno tremare anche la nostra provincia. La paura c’è e sicuramente supera i danni. Nell’arco della giornata di ieri sono state avvertite dalla popolazione 5 o 6 scosse. Ma in totale i movimenti tellurici sono stati più di 70. Sale la preoccupazione dei padovani.
Sequenza sismica con oltre 190 scosse. "La sequenza sismica di Modena-Ferrara in queste ultime ore ha continuato a manifestarsi con molte repliche. In totale, al momento ne sono state localizzate oltre 190", è quanto riporta la relazione delle 19 diffusa dall'INGV. "Dall’inizio della sequenza, gli eventi di magnitudo superiore a 5 sono stati 2; quelli con magnitudo tra 4 e 5 sono stati in totale 10; 41 di magnitudo compresa tra 3 e 4. L’ultimo evento di magnitudo superiore a 4 è avvenuto alle 18:37 (ora italiana), con Ml=4.1."
Nuova scossa alle 18.37. Una nuova scossa di terremoto è stata avvertita dalla popolazione alla 18.37 a Padova. Si è trattato di un movimento meno intenso rispetto a quelli di ieri. Secondo l'INGV si è trattato di una scossa di magnitudo 4.1 con epicentro ancora nella provincia di Modena, nella zona di Finale Emilia.
Sisma delle 12.04: risolto il giallo, è un errore. Risolto il giallo della presunta scossa padovana nello "sciame sismico" seguente il terremoto in Emilia: si tratterebbe di un errore. Una piccola scossa era stata registrata e comunicata dall'Ingv alle 12.04 con una magnitudo di 2.5 gradi Richter e con epicentro tra le province di Padova e Rovigo, precisamente nei pressi di Sant'Urbano. La scossa è stata comunicata con un tweet dell'INGV (l'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), che però non l'ha poi confermata. Anzi nel database sul sito è stata inserita una scossa nel Bolognese. La discrepanza può essere spiegata con il fatto che il sito ufficiale dell'INGV pubblica nel proprio elenco solo le scosse con magnitudo superiore a 2.0, quelle comunicate alla Protezione civile. Mentre il servizio Twitter è collegato al database di ISIDe.
Questa la versione dell'INGV: "PROBABILMENTE si è trattato di un errore dovuto ad una localizzazione errata che è stata inserita dall'operatore di sala sismica nel database e successivamente corretta (la localizzazione
corretta è quella riportata su ISIDE delle 10:04:48 UTC). Solo che una volta che il terremoto è inserito nel databese il tweet parte automaticamente e rimane quello anche dopo la correzione. Purtroppo oggi ci sono decine e decine di scosse e un errore può capitare. Ripeto, si tratta di un ipotesi, per avere la certezza assoluta ci vuole un analisi tecnica più approfindita che richiederà alcune ore".
Nella notte. Durante la notte sono state 35 le scosse registrate dai sismografi sempre nella zona della pianura padana, tra le province di Modena, Ferrara, Mantova e Rovigo. Tutti movimenti tellurici con magnitudo non alte: la più forte di 3.6 gradi. La scossa delle 00.59 (magnitudo 2.2) è stata l'unica con epicentro in Veneto, nella Bassa rodigina.
In città. Da ieri alle 18 è in preallerta 2 l'Azienda ospedaliera di Padova, una delle maggiori strutture sanitarie del Nordest. «Abbiamo allertato il pronto soccorso, la chirurgia e ortopedia di accoglimento, il Suem e il Servizio di immunoematologia su i indicazione del Creu, il Coordinamento regionale per emergenze e urgente diretto dal dottor Paolo Rosi in seguito a una nota del governatore veneto Zaia», spiega il direttore sanitario Giampietro Rupolo. «In più abbiamo anche attivato 4 medici e 5 infermieri in più sempre nel Pronto soccorso, pronti ad assumere un profilo più alto qualora in caso di necessità». Eventuali feriti dal Ferrarese potrebbero essere dirottati a Padova oltreché a Bologna. Intanto è confortante il bilancio del “dopo terremoto” in città.
Tre i punti critici. Chiuso in via precauzionale l'Oratorio di San Rocco in via Santa Lucia costruito tra il 1525 e il 1542: la situazione è stata giudicata “delicata” e oggi una verifica più approfondita stabilirà possibili interventi. Transennato un angolo del chiostro all'interno del Museo degli Eremitani: il cornicione ha svelato una cavillatura, fessurazione della grandezza di un capello che dovrà essere monitorata. Alcuni mattoni si sono sollevati dal tetto dell'edificio accostato al “Corpetto del Boito” che sta sotto alla torre all'interno del complesso in cui si articola Palazzo Moroni, il municipio. Transennata a scopo precauzionale la parte di cortile sottostante, dove si trova la statua dell'ancella nuda. C'era preoccupazione per la Cappella degli Scrovegni, per lo storico palazzo della Ragione e per il Pedrocchi. Per fortuna, nessun danno. L'ingegnere Brisighella, dell'Università di Padova e tecnico della Veneranda Arca del Santo, ha eseguito un sopralluogo nella Basilica ricca di capolavori d'arte: esame superato, mentre per oggi è in programma una più attenta verifica alla Biblioteca Antoniana. Sono finiti sull'asfalto in via Dante un pezzo di cornicione, all'Arcella un camino. I pompieri fino alla serata di ieri hanno eseguito verifiche su alcuni edifici del centro storico. Dopo la prima forte scossa registrate ben 300 chiamate al 112 dei carabinieri e circa 400 ai vigili del fuoco, intasata la centrale operativa della questura fino alle 7. E la paura continua. In atto anche il monitoraggio del patrimonio edilizio del Bo. «In azione il servizio di emergenza che opera 24 ore su 24 nell'ateneo: la prima squadra era già attiva alle 4.30», spiega Giuseppe Maschio, delegato per la Sicurezza del Bo. «Sono stati riscontrati solo lievissimi distacchi».
Vigili del fuoco. I pompieri del comando di Padova hanno effettuato 25 interventi per verifiche statiche, durante i quali sono stati riscontrati dissesti gravi in 6 luoghi: a Padova in via Manara 7 (lesione ad un pilastro), a Padova in via Dante 60 (caduta di un camino), a Piove di Sacco la chiesa della parrocchia di Tognana, a Padova in via Ponte Molino 4 (caduta di alcune tegole), a Padova in via delle Ceramiche 69 (lesioni murarie) e infine la chiesa parrocchiale di Agna (fessurazioni nella muratura). Da ieri i vigili del fuoco hanno raddoppiato i turni con due obiettivi: aumentare il personale in servizio in caso di necessità e sopperire alla carenza di personale perché dall’alba di ieri è partita una colonna mobile di 13 unità per Emilia Romagna.
In prefettura. «Il prefetto ha fatto partire una circolare rivolta a tutti i sindaci chiedendo particolare attenzione in riferimento agli edifici scolastici», rivela Emanuela Milan, funzionario di turno in prefettura, «la situazione nel padovano attualmente non è grave, tuttavia attendiamo una relazione dai vigili del fuoco». Il sindaco ha ha fornito il numero telefonico della centrale operativa dei vigili urbani, dove i cittadini si possono rivolgere per richiedere un sopralluogo in casa: 049 8205100
Il geotecnico. «Ci sono state due scosse molto violente e ora preoccupa questa coda sismica così robusta», evidenzia Francesco Colleselli, geotecnico padovano all’Università di Brescia, «il fatto che siano state colpite le chiese, significa che da secoli non c’erano eventi sismici così rilevanti nel nostro territorio». (in rosso gli epicentri delle scosse di ieri)
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